Cervelli nani

martedì 13 giugno 2023


E ora erano tutti suoi amici, amici intimi, soprattutto quelli che non l’avevano mai visto di persona. Oppure gli concedono gli onori che un gentiluomo fantozziano riserva a chi non c’è più. E tanti, tantissimi, post mortem rivelano incontri strampalati, in cui i protagonisti erano loro, dispensatori di consigli che lui aveva accettato, addirittura con un “grazie, non ci avevo pensato”. Qualcuno tenta di imbucarsi dove crede che senza di lui ci sia tabula rasa, altri per sembrare saggi e giusti gli concedono attenuanti generiche: quando se ne va un gigante, i nanerottoli si agitano e devono inventarsi qualcosa a cui non erano preparati. Ma quando era vivo in tanti lo detestavano per invidia, non per politica. Perché era ricco, felice e sorridente. E i seriosi, ma per nulla seri, gli imputavano le troppe battute, perché il politico può essere anche pessimo, ma deve avere sempre la faccia da cerimonia.

Un corpo estraneo che eccelle non può esistere. E pochi immaginano che un leader dell’economia e della politica possa essere artigiano dentro. Una sera lo incontrai a una festa di compleanno. Come sempre barzellettava, come sempre si compiaceva dei sorrisi e dei gridolini delle tardone. Come sempre sorrideva e quando timidissimamente mi azzardai a salutarlo lui mi chiamò per nome: sapeva che cosa facevo a Rai 2 e conosceva persino i problemi che incontravo con un certo apparato. Non credevo alle mie orecchie. Ci mettemmo a chiacchierare, non avrei mai immaginato che mi avrebbe dedicato quasi un’ora fra racconti, frizzi e lazzi. Invece la ragione era semplice: preferiva gossippare con un giornalista scherzoso piuttosto che subire il gotha del prevedibile lecchino.

Uscimmo insieme, continuando storie e storielle. Dietro, l’ovvio codazzo. Quando arrivammo a un palchetto dove due modestissimi musici suonicchiavano per un pubblico distratto si fermò, mi guardò e disse: “Dobbiamo complimentarci”. Immagino le facce delle mogli del chitarrista e del violinista, mentre i mariti giuravano di essere stati lodati da un signore che aveva suonato sulle navi raccontando di quel suo amore nato a Malaga. Il successo di un uomo sta nel non smettere mai di avere contatti con la gente, nemmeno con i sapientoni che lo accusano di essere un galattico putiniere, e poi ammiccheranno al dolore espresso dall’ambasciata russa.


di Gian Stefano Spoto