Le invasioni turistico-barbariche

lunedì 5 giugno 2023


A chi giova questo turismo di massa stile invasioni barbariche? Alla città d’arte come Roma no di certo. Oramai, tra bed and breakfast quasi tutti abusivi o semi clandestini, noleggi con conducenti e mega pullman, la Capitale si è trasformata in qualcosa a metà tra una Disneyland isterica e un vero e proprio inferno in terra. Mettiamoci pure i monopattini, il bike sharing selvaggio e tutto il demagogico indotto post-pandemia cogitato dai grillini nei due Governi Conte, e siamo proprio a una Caporetto della cultura, del buon gusto e anche della sicurezza. Il turista medio ormai qui a Roma potrebbe benissimo essere nato e vissuto in qualche sordida strada di spaccio di Tor Bella Monaca o di San Basilio, l’unica differenza è la lingua parlata.

Per tutto il resto è uguale ai borgatari cafoni e violenti della nostra città. Gira seminudo con i propri tatuaggi in evidenza, non paga sui mezzi pubblici, attraversa la strada sempre quando il semaforo è rosso e guardando lo schermo del cellulare. Mai, invece, osserva se un autocarro per caso stia passando di lì. Sporca e imbratta la città con i residui delle proprie cavalcate alcoliche. Inoltre, gira strafatto di default.

Il pretesto della ripresa del dopo-Covid è servito per aprire le gabbie a questi turisti low cost e ancora più low education. Noi a Roma, come se non fossero bastati i Ministeri e le strutture pubbliche simil-parassitarie a toglierci la serenità, dobbiamo sorbirci la quotidianità di un’invasione ben più preoccupante di quelle dei migranti che arrivano con i barconi. Questi ultimi, almeno, sono mossi dalle guerre presenti in Africa e in Siria o in Afghanistan, mentre i primi sono attirati qui dalle compagnie aeree con offerte vantaggiose e dai regolamenti cittadini (e condominiali) molto permissivi con i nuovi affittacamere seriali.

Sia come sia, il fenomeno ormai è sotto gli occhi di tutti. L’altro giorno se ne lamentava anche Massimo Teodori in un editoriale su uno dei giornaloni nazionali. Qualche sindaco, come quello di Venezia e quello di Firenze, ha già preannunciato severe limitazioni al turismo mordi e fuggi e alla proliferazione di b&b. Brilla per la propria assenza, invece, il sindaco di Roma, che sembra vivere come Alice nel paese delle mer(d)aviglie.

I romani, però, non dimenticano. Se invece di limitare il turismo barbarico insisterà con il volere mettere le Ztl pure in periferia (sperando, così, di acchiappare voti per il principio transitivo che nel Partito Democratico lo votano solo quelli delle Ztl), Gualtieri potrà avere presto una certezza: la sua carriera di sindaco finirà molto presto. O, per usare il linguaggio degli utenti Atac, “scenderà alla prossima”.


di Dimitri Buffa