mercoledì 31 maggio 2023
L’ennesima “cattelanata” non è nulla di nuovo, né di originale, né di misteriosofico e non è neppure così disturbante come vorrebbero farci credere. È semplicemente già vista e anche in ritardo di molti secoli.
L’opera – risalente al 2019 – di Maurizio Cattelan è stata chiamata Ego e altro non sarebbe se non un banale coccodrillo impagliato, è stata installata all’interno al Battistero di Cremona per la prima Cremona Contemporanea Art Week, la settimana dell’arte cremonese che va dal 26 maggio sino al 4 giugno prossimo.
Qualcuno ha voluto trovare un nobile artefatto storico nelle meravigliose Wunderkammer tipiche dei nobili e dei sovrani rinascimentali, ma questo “coccordillo” come dice il titolo stesso, non rappresenterebbe altro se non l’insaziabile ego del proprio autore. Punto. Nulla quindi a che vedere né con le mirabolanti collezioni di meraviglie e stranezze tipiche del Cinquecento e neanche con quei singolari esemplari di “creature mostruose” che in alcune chiese si ritrovano da secoli, volute là proprio per rappresentare in maniera simbolica il “male” del “serpente antico”, ovvero il Tentatore, o se preferite Satana in persona. I coccodrilli rientrano poi anche nelle leggende metropolitane che vogliono essercene alcuni, rigorosamente albini, viventi nelle fogne di New York.
Ovviamente, se privata del proprio apparato simbolico e dunque metafisico, l’“installazione” saurica di Cattelan altro non si mostra che per ciò che è, ovvero un monumento al proprio Io che in alcuni casi si contrappone a Dio. Cattelan satanista? Non mi spingerei a dire tanto. Semplicemente un’affermazione del proprio Io certamente più che del proprio Sé.
Esiste una creatura oggi, nel regno animale, più vicina a i grandi sauri di un passato remoto o addirittura biblico? Persino uno dei più feroci nemici di Batman è un essere umanoide dall’aspetto di coccodrillo: Killer Croc.
In alcuni santuari cattolici, ivi collocati tra il XV ed il XVI secolo, ancora oggi si possono vedere creature simili, come ad esempio nella chiesa di Santa Maria delle Vergini, a Macerata, nella quale uno di tali “mostri” fa la sua bella figura come souvenir d’oltremare sin dai tempi delle Crociate. Un caso analogo è ciò che resta del drago Tarantasio del Lago Gerundo, in Lombardia, laddove in fin dei conti “draghi”, serpenti, vermi e coccodrilli sono tutte manifestazioni reali e non solamente simboliche del Diavolo. Per coloro che volessero approfondire, segnaliamo il presente collegamento.
Insomma, cos’altro avremmo da dire sull’installazione di Cattelan? Ci piace? No. Ci annoia? Abbastanza, grazie, perché priva di quel retaggio mitico e mitologico che invece troviamo nei “draghi” delle antiche chiese, simboli ancora oggi di un mondo fantastico dove il meraviglioso esisteva realmente, anche se posto sempre oltre, di là dal Grande Mare Oceano, oltre i Monti della Luna, nel regno magico del Prete Gianni, il Signore dell’India e dell’Etiopia. Quel mondo fatto di stupore, di leggende e di creature fantastiche non è quello offertoci da Cattelan, il suo è soltanto, infatti, la rappresentazione autoreferenziale della propria volontà di artista di questo tempo, che il senso del meraviglioso sembra aver dimenticato e forse perduto.
di Dalmazio Frau