giovedì 13 aprile 2023
Il cosiddetto Terzo Polo è praticamente esploso. Al di là delle questioni sollevate pubblicamente dagli esponenti di Italia Viva e di Azione, la rottura, sebbene ancora non ufficializzata, appariva già inevitabile all’indomani del magro bottino elettorale guadagnato nelle Politiche dello scorso anno. Di fatto, complice anche una sciagurata riforma del Parlamento voluta dai grillini, la quale ha ridotto di oltre un terzo la rappresentanza democratica, il peso del Terzo Polo risulta irrilevante in qualunque scenario alternativo rispetto all’attuale assetto di Governo.
Da qui l’inutilità di mantenere la finzione di una collaborazione puramente tattica da parte dei due principali galli di codesto piccolo pollaio: Matteo Renzi e Carlo Calenda. Due personaggi dal carattere piuttosto difficile e che, proprio per questo, restando insieme avrebbero veramente rischiato, politicamente parlando, di fare la fine dei proverbiali polli di Renzo.
D’altro canto, al capo di Azione, che tra i due sembra quello più spendibile sul piano dei consensi, l’alleanza con un leader praticamente bollito e alla disperata ricerca di visibilità – come dimostra la sua surreale nomina a direttore del Riformista – oramai rappresenta un fardello privo di alcuna utilità. Il magrissimo risultato ottenuto dal Terzo Polo nelle Regionali del Friuli-Venezia Giulia lo dimostra oltre ogni ragionevole dubbio.
Insomma, sebbene si fossero tanto amati, l’inevitabile divorzio politico rappresenta per entrambi i partitelli l’unica chance per evitare lo spettro dell’estinzione, giocandosi in totale autonomia le poche carte che ancora restano loro in mano. Staremo a vedere.
di Claudio Romiti