venerdì 7 aprile 2023
Non c’è che dire, Matteo Renzi non finisce mai di stupirci. Dopo la sua sfolgorante carriera politica in cui, dopo una rapidissima ascesa, cadde precipitevolissimevolmente, è stato nominato direttore editoriale del Riformista.
Insomma, il senatore di Rignano sull’Arno, soprattutto da quando i suoi consensi sono scesi al livello di un prefisso telefonico, appare sempre più nelle vesti di un rossiniano factotum della città. Solo che, pur reputandosi bravissimo e fortunatissimo, al contrario del celebre Figaro, non tanti elettori lo vogliono e lo cercano. La mia personale e impressione è che, dopo essere caduto vittima della cosiddetta alternanza obbligatoria – definizione coniata dal mio grande e compianto amico Giulio Savelli – la quale affligge chi ha raggiunto la stanza dei bottoni promettendo la Luna e quant’altro, il nostro stia da tempo affannandosi nella vana ricerca di ritrovare la perduta visibilità. Quindi è probabile che, dopo questa breve parentesi giornalistica – che a suo dire dovrebbe durare appena un anno – potremmo ritrovarci un Renzi astronauta, mandato in orbita non nei consensi elettorali, bensì su una delle stazioni spaziali che orbitano intorno alla Terra.
Battute a parte, pur apprezzando la sua intenzione di accentuare la linea garantista del suo giornale, per il resto condivido in pieno il passaggio finale di un commento pubblicato dal mio amico Nicola Porro: “Francamente non so se sarà un ottimo giornalista o meno, so solo che, in un Paese normale, le carriere da politico e da giornalista non dovrebbero mescolarsi come invece è successo nei casi di Polito, Gruber, Santoro e tanti altri che oggi si dichiarano giornalisti e, in quanto tali, pretendono di non essere considerati di parte”.
D’altro canto, considerando che in Italia esiste da tempi immemorabili un continuo interscambio tra magistratura requirente e magistratura giudicante, con molti autorevoli togati che finiscono in Parlamento, la scelta di Renzi non pare poi così scandalosa. Sicuramente poco opportuna per chi dichiara di nutrire ancora molte ambizioni nell’agone politico.
di Claudio Romiti