Americanate

giovedì 6 aprile 2023


Chi scrive deve dichiararsi colpevole. Se fosse stato un cittadino statunitense, alle scorse elezioni presidenziali avrebbe votato per Donald Trump. Avrebbe confermato, con ciò, il voto delle elezioni precedenti e quello, ancora prima, per il candidato del Gop, Great Old Party, il partito di Abraham Lincoln.

Chi scrive, poi, ritiene, anche credibile quanto affermato da The Donald: con lui, presidente, la guerra in Ucraina non sarebbe scoppiata. Forse, avrebbe rassicurato la Federazione Russa circa il non ingresso di Kiev nell’Alleanza Atlantica, e convinto la stessa Ucraina al rispetto degli accordi di Minsk sull’autonomia promessa nel Donbass. Può essere, come no.

Considero, invece, molto gravi le dichiarazioni attuali dello stesso Donald Trump sulla facilità con cui egli, se rieletto, usando la vecchia amicizia che ha con il presidente della Federazione Russa, Vladimir Vladimirovič Putin, sarebbe in grado di far cessare il conflitto in corso in meno di ventiquattro ore. È grave, perché la guerra è deflagrata da più di un anno, gli Stati Uniti d’America e tutta l’Alleanza Atlantica sono impegnati nel sostenere l’Ucraina, ed abbandonarla adesso sarebbe un tradimento. Al punto in cui sono arrivate le cose, lasciarla alle pretese russe renderebbe possibile quella pace immediata.

Gli Stati Uniti d’America, purtroppo, non sono nuovi a questi voltafaccia. Si ricordi il Vietnam del Sud, gli Afghani in balìa dei Talebani, i Curdi combattenti contro il califfato di Abu Bakr al-Baghdadi, a cui, tra le righe, fu promesso un loro Stato. Queste dichiarazioni, insomma, lasciano intravvedere un nuovo possibile tradimento statunitense a guerra in corso. Ciò è preoccupante anche per chi, come me, non è cittadino della Federazione nordamericana, ma di uno Stato aderente all’Alleanza Atlantica, il quale dovrebbe far affidamento sulla serietà di tutte le nazioni dell’organizzazione di difesa collettiva, tra le quali quella d’Oltreoceano è la più potente.

Invece, là, quelle parole passano inosservate. Donald Trump viene tecnicamente arrestato da un giudice locale della Grande Mela perché avrebbe dato dei soldi a una pornostar. Con il risultato di far volare alle stelle i pronostici dell’eventuale voto a favore dello stesso, come i finanziamenti per la sua campagna elettorale, e inabissare la percentuale di coloro i quali, oggi, confermano il proprio voto per Joe Biden.


di Riccardo Scarpa