mercoledì 5 aprile 2023
Noto con rammarico che ci si incarta sul tema fascismo-antifascismo.
Ebbene, racconto la storia paradossale di Ugo Citterio (cfr. Giancarlo Lehner, “Carnefici e vittime/I crimini del Pci in Unione sovietica”, Oscar Mondadori).
Il buon Ugo fu un tenace comunista, nonché antifascista militante. Odiava i fascisti al punto che, pur essendo tubercoloso, partì da Mosca, diretto in Spagna per combattere contro i franchisti. Per lui, uccidere un franchista-fascista era un obbligo morale. E molti, infatti, ne uccise.
La guerra di Spagna finì male, però. Il ritorno a Mosca per lo sconfitto Ugo fu lungo e complicato. Riuscì a rientrare soltanto nel 1939, subito dopo il Patto Molotov-Ribbentrop. Andando in giro sulla piazza rossa vide con orrore sventolare bandiera rossa e bandiera nazista. Non riuscì a trattenere lo sdegno. Mormorò, sputò in terra, imprecò. Fu ascoltato da altri compagni, i quali riferirono a Palmiro Togliatti.
Ebbene, Ugo Citterio fu deferito all’Nkvd e condannato ai lavori forzati per il reato di... antifascismo conclamato. Morì, sputando sangue, nel Gulag.
di Giancarlo Lehner