Aerei e storia

giovedì 30 marzo 2023


È proprio vero: la storia contemporanea non esiste, è solo cronaca. Quando Richard Nixon si recò a Pechino per incontrarsi col capo comunista cinese Mao Zedong, come tutti gli americani praticamente senza storia ma con una gran voglia d’averla – convinto di trovarsi di fronte a un sovversivo ma appartenente a un popolo antico – gli chiese, per far vedere come anche lui fosse appassionato di storiografia, cosa pensasse della Rivoluzione francese.

Mao rispose che avrebbe potuto dare un giudizio politico, ma non storiografico, su fatti così recenti. Una conferma dell’asserto si ha con lo sceneggiato televisivo dedicato a Francesco Baracca, per celebrare il centenario di fondazione dell’Aeronautica militare. La trasmissione è stata buona, una delle migliori di quelle mandate in onda dalla televisione di Stato. Solo, appunto, le battute pacifisteggianti, messe in bocca ai personaggi, quasi a velare il patriottismo dei combattenti del 1915-1918. Uno scontro, questo, allora sentito come se fosse la Quarta guerra d’indipendenza, per la redenzione di Trento e Trieste.

Comunque, il punto è un altro. All’epoca l’Aeronautica non esisteva. Francesco Baracca, primo asso del cielo, fu maggiore dell’Arma di Cavalleria. Il cavallino rampante, suo emblema, fu poi donato dai genitori ad Enzo Ferrari e, da allora, sfreccia nelle corse, sulle autovetture della casa di Maranello. L’Aeronautica fu istituita nel 1923 – quando la Prima guerra mondiale era terminata da qualche anno – da Italo Balbo, alpino ma, al pari di Francesco Baracca, maestro massone. Trasvolatore atlantico, cercò di portare l’Italia all’alleanza con gli Stati Uniti d’America. Assieme ad Ezio Garibaldi votò alla Camera contro le leggi razziali e l’alleanza con la Germania nazista. Tuttavia, tant’è: fu uno dei quadrumviri della Marcia su Roma e, per non scontentare i comodi antifascisti temporalmente ben lontani dal regime morto e sepolto, è meglio non parlar troppo di lui.

La storia contemporanea non esiste. Come disse Mao a Nixon, è ancora politica.


di Riccardo Scarpa