Il vertice europeo a Kiev

giovedì 2 febbraio 2023


Un vertice europeo a Kiev, tra rappresentanti degli Stati membri dell’Unione europea e del governo ucraino, è un evento eccezionale. Mai si ricorda una trasferta di questo genere, per fare il punto sullo stato dell’adeguamento di una nazione in via d’adesione all’ordinamento comunitario.

All’ordine del giorno lo Stato di diritto e la lotta alla corruzione in Ucraina, nel corso della quale ci sono state indagini, defenestramenti ed arresti senza precedenti di politici, funzionari e magnati. Tuttavia, ad una testata liberale corre obbligo richiamare l’attenzione su di un aspetto più volte rilevato da queste colonne, e sul quale sarebbe bene soprattutto si esigesse di fare chiarezza. Vedremo se sarà l’Italia a richiamare l’attenzione, dato il disinteresse dell’Europa protestante: le violazioni gravi registrate, in questo clima di guerra, della libertà di credenza religiosa e di culto. La maggiore confessione religiosa, in Ucraina, è la Chiesa Ortodossa Ucraina. Essa è nata dalla conversione al cristianesimo dei Variaghi della Rus’ di Kiev, attorno all’860 dopo Cristo. Poi, a seguito dell’invasione tartara, prevalse, a guida della Rus’, il principato di Mosca. Perciò, canonicamente, questa chiesa ha legami canonici con quella moscovita. Nelle circostanze della guerra presente, tuttavia, la sua gerarchia ed i suoi monaci dimostrano ogni giorno il loro patriottismo ucraino. Invece subiscono la confisca della propria cattedrale, della laura di Kiev, uno dei monasteri più antichi della cristianità, e si vocifera siano in arrivo altre misure simili. Ciò per forzare i fedeli ad aderire ad una cosiddetta chiesa patriottica, senza basi canoniche. Su tutto ciò ci si è già dilungati, e non ci si ripete.

Si sottolinea come una manovra identica venne tentata dai nazisti occupanti, all’epoca dell’invasione da parte del Terzo Reich germanico. Stia attenta Ursula von der Leyen, sinora sempre severissima a volere il rispetto dello Stato di diritto dagli Stati membri dell’Unione, a non ostentare un’indifferenza verso la più antica delle libertà in Europa, ed a sembrare un erede di quell’infausto regime.


di Riccardo Scarpa