Il governo di centrodestra e la tagliola del “vincolo esterno”

giovedì 22 dicembre 2022


Non è sulla Legge di Stabilità relativa al 2023 che il governo si gioca il futuro! Chi non ha pregiudizi avverso l’attuale esecutivo sa che la Manovra è stata elaborata in fretta e furia per evitare, è diventato un tabù, l’esercizio provvisorio. Come ogni anno sarà predisposto un maxiemendamento da parte del governo, sarà chiesta la fiducia alle Camere e si approverà la Legge di Bilancio nei termini previsti dall’articolo 81 della Costituzione ovvero entro il 31 dicembre. Ci possiamo scommettere! Chi ha votato per i partiti che si sono coalizzati alle ultime Politiche del 25 settembre si aspetta scelte politiche in assoluta discontinuità con il passato. Subito dopo l’approvazione della Legge Finanziaria il governo, senza ulteriore indugio, deve affrontare i temi proposti nel programma che ha determinato il successo elettorale e assegnato al centrodestra una ampia maggioranza in tutte e due i rami del Parlamento. Ecco i punti fondamentali da affrontare.             

1) Un problema indifferibile è la chiusura definitiva della stagione delle provvidenze pubbliche che favoriscono alcuni settori in danno di altri e a carico della fiscalità generale ossia di tutti i contribuenti. I risparmi generati dall’eliminazione della pletora di crediti d’imposta, di ristori, dei contributi a fondo perduto che sono cifre molto importanti (diverse decine di miliardi di euro) si deve tradurre in una riduzione generalizzata dell’imposizione fiscale. Imposte, tasse e contributi che hanno raggiunto livelli che non solo scoraggiano le attività economiche ma in alcuni casi si sceglie di non lavorare perché l’onere supera i benefici. Parte dei risparmi devono servire a ridurre il peso del debito pubblico sia in termini nominali che rispetto al Pil. Meno provvidenze per pochi, meno debito pubblico e conseguente riduzione delle imposte per tutti.

2) Una vera riforma fiscale. Le norme che si sono stratificate nel tempo hanno determinato il sistema tributario più complesso del mondo. Nelle condizioni attuali nessuno sa, con assoluta certezza, se ha ottemperato correttamente alla normativa fiscale. La riforma, deve realmente semplificare con leggi chiare e intelligibili a tutti, deve essere accompagnata da un condono tombale generalizzato. Il condono tombale oltre a far reperire risorse aggiuntive allo Stato libera definitivamente le imprese da situazioni che altrimenti diventerebbero irreversibili.

3) Una riforma della burocrazia. Deve essere introdotto il giudizio di legittimità. Il pubblico funzionario non deve poter esprimere giudizi di merito. Per il rilascio di un’autorizzazione si deve limitare a verificare se sono stati rispettati i requisiti richiesti dalla legge entro termini perentori ed essenziali. Tutto deve essere permesso a eccezione di quanto è espressamente vietato!

4) Vera concorrenza nel settore dei servizi. Se si ritiene, per esempio, che i titolari di concessioni di stabilimenti balneari godono di rendite di posizione occorre ampliare le spiagge da dare in concessione a nuovi imprenditori. Più operatori significa vera concorrenza!

5) Contare solo sulle nostre forze. L’Europa è matrigna. Diffidare dell’apparente generosità. La contropartita è la perdita di sovranità decisionale e quindi la riduzione degli spazi di democrazia.

6) Liberarsi, nei limiti del possibile, del “vincolo esterno” di prodiana memoria ovvero quella serie di regole, “stupide e senza fondamento scientifico”, europee che condizionano la politica fiscale dell’Italia. La libertà dal “vincolo esterno” che limita le capacità di governo passa da una politica severa di rientro dal debito pubblico che è la palla al piede che ci costringe a subire i diktat europei.

Al motto della presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni “non disturbare chi vuole fare” aggiungerei: “Affrancarsi dai vincoli europei per ritornare a essere liberi di fare politica economica e fiscale”.


di Antonio Giuseppe Di Natale