C’è corruzione e corruzione

domenica 18 dicembre 2022


Avviso ai naviganti: le notizie provenienti sul fronte Qatargate e Soumahoro sono state in questi giorni dettagliate e copiose. Ragion per cui non utilizzeremo queste colonne per allungare il brodo, ribadendo cose arcinote. Ci limiteremo a capire quale sia il filo sottile che le unisce, facendo qualche semplice considerazione.

Infatti, la vera notizia nella notizia secondo noi è un’altra e riguarda il “non detto” degli indignati di professione, quella cautela pelosa che taluni utilizzano a giorni alterni, solo quando ritengono sia necessario stemperare e fare il minimo sindacale sul fronte del dovere di cronaca, senza esagerare. Addirittura, c’è anche una parte politica, la sinistra, che si atteggia a parte lesa per la condotta riprovevole di singoli esponenti politici che non riguarda minimamente i partiti di appartenenza. E ci riviene in mente Tangentopoli e quella tragicomica storia di Primo Greganti, il quale fu fatto passare per un mariuolo che prendeva mazzette a titolo personale mentre per quelli del Pentapartito si parlava di “sistema”, agitando il teorema del “non poteva non sapere” come una mannaia buona per decapitare un’intera classe politica.

E così, giusto per arrivare ai giorni nostri, nessuno dimentica l’ilarità sparsa a piene mani sulla casa di cui Claudio Scajola venne in possesso “a sua insaputa”. Adesso che il “Parlamentare con gli stivali” giura di non sapere che in casa sua si lucrava sui fondi destinati ai migranti, è tutta un’altra storia. La gente che piace, ama fare battute sul tenero amico di Vladimir Putin (Silvio Berlusconi, ndr) o improvvisare del cospirazionismo un tanto al chilo su Matteo Salvini al soldo della Russia. Adesso che si scopre qualche altarino sulle presunte contiguità (ovviamente non gratuite) di qualche parlamentare europeo con i servizi segreti del Marocco, beh, la cosa cambia. Un po’ come gli indignati sui pagamenti in contanti. Bravi tutti a fare la morale al pensionato avvezzo a utilizzare la carta moneta che, tuttavia, non è sterco del demonio se la trovi nella cuccia di un cane o a casa di qualche europarlamentare che si è lasciato corrompere per affermare che in Qatar mangiano pane e diritti umani.

Sì, proprio quei diritti umani su cui la gauche al caviale alza sempre il ditino, pensando di avere il monopolio. E poi ci venivano a insegnare quanto fosse scandaloso l’atteggiamento di Matteo Renzi quando si recava (da parlamentare) in Arabia Saudita a tenere conferenze a pagamento. Ipocriti.


di Vito Massimano