4 novembre: vittoria del Risorgimento liberale

venerdì 4 novembre 2022


Il 4 novembre 1918 si conclude il Risorgimento liberale con la vittoria del Regno d’Italia sabaudo, erede di quello napoleonico del 1805. Lo stesso Carlo Alberto di Savoia, al quale come Re si deve lo Statuto liberale sardo-piemontese del 1848, che reggerà anche il Regno d’Italia del 1861, fu elevato Conte dell’Impero da Napoleone I. E accettò.

Dall’entrata in vigore di quello Statuto alla Vittoria del 1918, i liberali, pur di diverse tendenze, ressero sempre il Governo fino a Vittorio Emanuele Orlando, il ministro della Vittoria. L’ininterrotta conduzione del Risorgimento, trionfante a Vittorio Veneto, sfiancò quella classe eletta. Essa dovette anche procedere a un continuo ampliamento circa la consultazione elettorale, per coerenza con il proprio essere democratico, sino al suffragio universale maschile, con il voto proporzionale di lista. Per questo sistema, quel notabilato era non attrezzato.

La Destra cercò di organizzarsi nel 1922, fondando il Partito Liberale Italiano. Tuttavia, compiuta quell’opera grandiosa, era necessario un cambio. La responsabilità di farsene carico, all’epoca, sarebbe spettata ai socialisti e ai cattolici. I primi, però, erano squassati dal loro velleitario massimalismo, i secondi dalla posizione reazionaria del Papato, o quella antiborghese dei popolari. Un riformista intelligente, come Ivanoe Bonomi, celebrò tutti i caduti nella scelta del Milite Ignoto e nella sua tumulazione nell’Altare della Patria. Invece, i massimalisti irresponsabili scelsero l’insulto agli ex combattenti, in una Italia nella quale la quasi totalità delle famiglie, a causa del primo utilizzo di massa della leva obbligatoria, ebbe un combattente, un decorato, un caduto. Questo fece sì che l’alternativa venne trovata a partire da quel 1922 e ben la conosciamo.

Poi, ecco la sconfitta in un conflitto con cui si rovinò la Vittoria, in parte riparata dalle Forze Armate regolari con la loro cobelligeranza con gli Stati liberi nella Guerra di Liberazione. Poche le azioni di resistenza vere, come quelle di Edgardo Sogno in Piemonte. Alla fine, nel risorto Partito Liberale Italiano del 1943, confluirono anche i pochi riformisti seri di Democrazia del lavoro: una figura per tutti fu Aldo Bozzi.

Oggi celebriamo la Vittoria con un Governo conservatore in una democrazia liberale. Forse si è capita la lezione.


di Riccardo Scarpa