I chihuahua da guardia del potere

lunedì 31 ottobre 2022


Probabilmente troppo intenti a valutare il grado di antifascismo di Giorgia Meloni, a molti democratici compagni dell’informazione è sfuggito un inquietante passaggio del discorsetto pronunciato da Mario Draghi all’indirizzo della stampa nazionale nel giorno del suo commiato. Nel tracciare un bilancio dei suoi 20 mesi di governo, da lui considerati esaltanti, l’ex presidente del Consiglio ha rivolto un particolare apprezzamento ai giornalisti, la gran parte dei quali non sembrano affatto compiacenti con la neo premier, così come lo sono stati con l’ex capo della Bce.

Tant’è che le parole di Draghi confermano pienamente tale impressione: “Un ringraziamento sentito. Voi in questi 20 mesi, tra pandemia e crisi energetica, avete svolto un servizio straordinario ai cittadini, aiutandoli a seguire e comprendere ciò che avviene. Un servizio straordinario anche per la democrazia italiana. Voi, stampa libera, avete avuto dal presidente del Consiglio, da me, il rispetto che si deve a una stampa libera, rispondendo alle domande al meglio possibile, con la massima sincerità e nel modo più chiaro possibile. Questo andrebbe sempre fatto ma è anche un segno di rispetto. Il vostro servizio alla democrazia rimane fondamentale.”

Ora, dobbiamo presumere che per “stampa libera” l’ex capo della Bce intenda indicare quell’informe agglomerato di operatori dell’informazione, che noi eretici aperturisti abbiamo accomunato nel giornale unico del virus, i quali hanno acriticamente divulgato come verità rivelate le varie asserzioni del premier in merito alla pandemia, adottando poi le più dure restrizioni in Europa. Tra queste asserzioni, pronunciata propria durante una conferenza stampa, spicca quella secondo la quale “l’appello a non vaccinarsi è l’appello a morire. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire. Non ti vaccini, contagi, lui o lei muoiono”.

Si tratta di una affermazione che l’esperienza di questi lunghi anni di terrore virale ha dimostrato del tutto destituita di fondamento, dal momento che la stragrande maggioranza dei soggetti immunocompetenti, così come accade per l’influenza stagionale, non correvano e non corrono alcun grave rischio contraendo il famigerato Sars-Cov-2. Eppure questa straordinaria “stampa libera”, vero fiore all’occhiello di una repubblica delle banane, non ha avuto nulla da eccepire di fronte a una forzatura dei fatti espressa dal massimo responsabile del potere politico; così come gli stessi campioni dell’informazione nessuna obiezione hanno mosso per le conseguenze pratiche del inaccettabile nesso causale di Draghi, ovvero il green pass rafforzato e la segregazione forzata per chi non si piegasse al ricatto vaccinale.

In estrema sintesi, se ce ne fosse ancora bisogno, lo spassionato ringraziamento dell’ex premier ai chihuahua della stampa che lo ha sostenuto in tutto e per tutto, tranne rarissimi casi, rappresenta l’ennesima dimostrazione di un Paese confuso a tutti i livelli che ha accettato per quasi tre anni di vivere sotto un soffocante regime sanitario, con la falsa aspettativa di averne in cambio salva la vita. In tal senso, per concludere, chiunque nel mondo dell’informazione abbia contribuito ad un simile orrore democratico, dovrebbe andarsi solo a nascondere. Altro che stampa libera dei miei stivali.


di Claudio Romiti