I moderni Savonarola all’attacco del centrodestra

giovedì 20 ottobre 2022


Che durante la campagna elettorale Enrico Letta e in genere molti esponenti politici della sinistra abbiano più volte attaccato Giorgia Meloni, accusandola di essere null’altro che una post-fascista o addirittura censurandola per l’operato del padre – un padre a lei ignoto – condannato per droga oltre vent’anni fa, può anche far parte di una strategia comunicativa, poi peraltro rivelatasi del tutto errata perché punita dall’elettorato.

Ma che adesso, dopo l’elezione dei due presidenti delle Camere, le forze di sinistra (non tutte ovviamente: Giuseppe Conte per esempio è stato sul tema molto signorile e misurato) attacchino pesantemente entrambi non per aver fatto qualcosa di specifico, ma per le idee di cui sono portatori, mentre Letta da Berlino, impegnato in un consesso internazionale, tuona contro la Meloni, accusandola di aver propiziato la loro elezione quale il peggior servizio si potesse fare all’Italia, appare davvero privo di pensiero.

Infatti, censurare in via pregiudiziale – perché i due presidenti si son appena seduti sulle loro poltrone – Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana non per ciò che fanno, ma per ciò che pensano, supera la soglia di ogni possibile razionalità.

In particolare, Fontana viene dipinto ripetutamente anche in sede internazionale come un pericolo pubblico, per il fatto che si è più volte schierato in passato contro l’aborto e perché appartiene alla associazione “Pro vita”. Questi i suoi gravi peccati, per i quali non potrà mai ottenere l’assoluzione politica e umana dai suoi accusatori, animati, senza avvedersene, dal piglio stesso del Savonarola.

Mi limito a poche osservazioni critiche.

Innanzitutto, prendersela con costoro, che sono stati eletti dalla maggioranza dei votanti appena venti giorni or sono, significa prendersela con coloro che li hanno votati, cioè con gli italiani stessi. Ed è come dire che pericolosi e da emarginare sono quei dodici milioni circa di elettori che, dando loro la preferenza, hanno mostrato di condividerne le idee, propiziando l’elezione di chi – come Fontana e La Russa – si è sempre schierato contro l’aborto.

Insomma, i nostri bravi accusatori non si avvedono di precipitare tutti interi nel buco nero della più pericolosa intolleranza, dal momento che vorrebbero espellere dal consesso civile milioni di elettori che la pensano diversamente da loro: questo è davvero il maligno germe di ogni intolleranza politica, civile, umana.

E fa sorridere che, nel nome della civiltà, costoro precipitino nella più bieca inciviltà.

In secondo luogo, assistere allo spettacolo offerto da esponenti importanti dell’opposizione che pubblicamente attaccano i vertici delle istituzioni, appena eletti, non per ciò che fanno, ma per ciò che pensano, non è un bel vedere: anzi, mi pare una rappresentazione politicamente sgrammaticata e perfino umanamente triste.

Infine, entrando appena nel merito della questione, questi signori che si vantano di essere abortisti convinti, rivendicando il diritto all’aborto di ogni donna, dovrebbero riflettere soltanto su due aspetti.

Dal primo punto di vista, che l’aborto sia un vero diritto è tutto da dimostrare. E non perché lo dico io, ma perché lo afferma, per esempio, Luisa Muraro, filosofa femminista, la quale lo vede come un ripiego, una necessità, mettendo anzi in guardia dal farne un diritto perché ciò autorizzerebbe “la irresponsabilità degli uomini”.

Dal secondo punto di vista, bisogna rammentare che La Russa e Fontana sono in buona compagnia, perché a schierarsi in modo inequivocabile contro l’aborto sono stati, fra numerosi altri, niente meno che personaggi del calibro di Pier Paolo Pasolini, Norberto Bobbio e Oriana Fallaci, ai quali tutto si può rimproverare, ma non di non appartenere alla “intellighenzia” della sinistra italiana.

E, dopo tutto, la compagnia di questi veri intellettuali è di certo preferibile a quella dei Savonarola di casa nostra che ne hanno dimenticato la lezione e ai quali va consigliato un periodo di sano esercizio di democrazia: che evitino una buona volta di demonizzare chi la pensi diversamente!

Sarebbe già un buon inizio.

(*) Tratto da La Sicilia


di Vincenzo Vitale