Sono tornati i bolscevichi

giovedì 20 ottobre 2022


Non c’è niente da fare, è più forte di loro. Molti esponenti della sinistra politico-sindacale, dopo il successo elettorale di Fratelli d’Italia, che proietta Giorgia Meloni al vertice del nuovo Governo, scaricano tutta la loro frustrazione sul piano storico, trovando ogni pretesto per evocare lo spettro di un fascismo morto e sepolto il 25 aprile del 1945.

L’ultima della serie riguarda una foto di Benito Mussolini, inserita nella galleria storica dei ministri che hanno condotto il dicastero dello Sviluppo economico. Tant’è che la Cgil-Funzione pubblica ha sparato a palle esplosive con il seguente comunicato: “Abbiamo appreso da una rete televisiva nazionale, e ci risulta confermato da lavoratrici e lavoratori, che all’interno del ministero dello Sviluppo Economico, nel corso dell’inaugurazione di un libro sul palazzo, venivano appesi quadri che ricordavano e mostravano i ministri dell’Industria succedutisi. Fin qui nulla di preoccupante, se non fosse che tra i vari quadri ce ne sarebbe anche uno di Benito Mussolini. Un inquietante fatto – continua la Fp-Cgil – ancor più grave e inaccettabile per la storia di questo Paese è che tutto ciò pare sia essere accaduto alla presenza del ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti e dell’ex presidente del Senato, Elisabetta Casellati, che ricordiamo essere al servizio della Repubblica nata dalla Costituzione antifascista. La Fp-Cgil chiede – prosegue la nota – di fare immediatamente chiarezza. Ad esattamente un anno dall’assalto neofascista alla sede della Cgil in corso d’Italia, non saremo disposti a tollerare nessuna possibilità di resuscitare fenomeni di apologia fascista, denunciando senza remore chiunque possa macchiarsi di reati simili, fosse anche un ministro della Repubblica”.

A questa iniziativa, volta sostanzialmente a cancellare anche le immagini rimaste di un Ventennio della nostra storia culminato in una grande tragedia, il quale tuttavia presenta aspetti controversi che gli storici onesti ben conoscono, ha immediatamente aderito Pier Luigi Bersani, ex ministro dello Sviluppo economico, con un post su Twitter: “Mi giunge notizia che al Mise sarebbero state esposte le fotografie di tutti i ministri, Mussolini compreso. In caso di conferma, chiedo cortesemente di essere esentato e che la mia foto sia rimossa”.

Ora, come era prevedibile, la “pericolosissima” immagine di Mussolini – presente anche nella galleria dei presidenti del Consiglio a Palazzo Chigi – è stata repentinamente rimossa, eliminando il rischio di una nuova dittatura fascista. Una metodologia, così come ha acutamente ricordato Paolo Guzzanti durante una edizione del Tg4, che richiama alla mente le epurazioni sovietiche, quando nei film e nelle foto in cui era presente un politico silurato, attraverso un espediente tecnico, veniva sovrapposta una pianta o qualunque altra cosa in grado di nascondere il reietto di turno. D’altronde, alle prese con una crisi economica che si prospetta come la peggiore del Dopoguerra e con il rischio concreto, soprattutto per l’Italia, di precipitare nell’inferno del sottosviluppo, gli storici paladini dei lavoratori hanno immediatamente capito che senza una lotta serrata alle reminiscenze fotografiche del fascismo proprio non se ne esce.

Gli italiani possono dormire sonni tranquilli, dunque. Le bollette aumenteranno e il carrello della spesa diventerà sempre più leggero, ma almeno abbiamo spezzato le reni alle foto del Duce, perdiana!


di Claudio Romiti