Il gas e le illusioni perdute

giovedì 6 ottobre 2022


Chi di speranza vive, disperato muore. Questo celebre detto dovrebbe essere letto all’inizio di ogni dibattito televisivo in cui si parla di crisi energetica, dal momento che in ogni talk-show spuntano come funghi sistemi semplicissimi per risolvere un problema strategico che l’Italia non ha mai seriamente affrontato: la cronica dipendenza dall’estero di gran parte della materia prima. Se poi tale dipendenza è in buona parte legata agli umori di un signore che sogna di restaurare con la forza i confini della defunta Unione sovietica, allora essa è destinata ad assumere i contorni di una tragica farsa.

Sta di fatto che, secondo la nostra ben conosciuta arte di arrangiarsi, non ci manca proprio la fantasia, soprattutto quando ad ispirarla sono le illusioni perdute del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Un tecnico prestato alla politica che fa dell’ottimismo il suo biglietto da visita, tanto da sostenere, ospite domenica di Lucia Annunziata, che l’Italia avrebbe assunto da tempo in Europa un ruolo da protagonista sulla delicatissima partita energetica.

Dopo che da mesi non si fa altro che parlare dell’utopistico tetto europeo al prezzo del gas, più volte dato per acquisito dallo stesso Cingolani, ora spunta un’altra delle sue ideone al fulmicotone per calmierare il mercato: indicizzare il medesimo prezzo non più alla Borsa di Amsterdam, bensì ad altre piattaforme che egli ritiene più stabili, come quelle americane o asiatiche.

Ma il problema di fondo, il quale sembra sfuggire ai tanti Cingolani di questo disgraziato Paese, è che viviamo in un mercato mondiale sempre più globalizzato e, proprio perché di mercato si tratta, il prezzo sale se cresce la domanda di un bene scarso e viceversa. Quindi non sembra esistere una via politico-burocratica in grado di deformare a nostro vantaggio una dinamica che in questo momento vede prevalere la domanda sull’offerta di gas.

Ma i nostri irriducibili cacciatori di illusioni non demordono e, come penultima ratio, invocano a gran voce l’istituzione di un commissario straordinario per l’energia, così come è accaduto per la pandemia di Sars-Cov-2. Un personaggio chiamato a rinverdire i “fasti” del gran cancelliere Antonio Ferrer, personaggio storico citato nei Promessi Sposi il quale, avendo imposto un prezzo politico al pane, prezzo non rispettato dai produttori, causò una grave carestia poi sfociata in sanguinosi tumulti popolari.

Purtroppo per noi italiani, che viviamo in un sistema che vive di annunci e di sogni nel cassetto, non esiste una scorciatoia che possa risolvere un problema strategico che viene da molto lontano. In tal senso, nel nostro piccolo, possiamo fare solo due cose: ridurre il più possibile i consumi e sperare che il prossimo inverno sia particolarmente mite. Tertium non datur.


di Claudio Romiti