La “riconoscenza” di Mara Carfagna

sabato 30 luglio 2022


Mara Carfagna, non so se sia la più intelligente, ma è certamente la più furba tra i tre ex ministri forzisti. È stata l’ultima, in ordine di tempo, a staccarsi ufficialmente dal partito che l’ha resa protagonista della vita politica italiana facendogli assumere ruoli di: ministro delle Pari opportunità, vicepresidente della Camera dei deputati e ministro per il Sud e la Coesione sociale. In verità, tra i tre transfughi è stata la prima a manifestare insofferenza nei confronti di Forza Italia, quando il partito era in declino anche per il forzato disimpegno del presidente Silvio Berlusconi. L’ex forzista aveva coltivato ambizioni di leadership in Forza Italia e a tal fine aveva fondato a fine 2019 una associazione “Voce libera”, una sorta di corrente all’interno del partito. L’operazione mirava a scalare il partito, tentativo che evidentemente non le è riuscito. Nella sua carriera politica, a fianco di Silvio Berlusconi, ha dovuto subire allusioni non proprio gradevoli dal fronte nel quale troverà le braccia aperte. Tra i tre fuoriusciti è forse l’unica che ha ancora un consenso elettorale potenziale, limitato alla Campania, in quanto conta di poter sfruttare il dividendo politico di ministro per il Sud e la Coesione sociale.

Come gli altri transfughi, nelle interviste e nelle dichiarazioni, premette che “Silvio Berlusconi mi ha datato l’opportunità di entrare in politica e mi ha sostenuto nell’impegno”. Però come gli altri, e più degli altri, addebita a Forza Italia la causa della fine del governo presieduto da Mario Draghi anche se la realtà fattuale è palesemente diversa da come la racconta. In realtà, il governo dimissionario continua imperterrito ad andare avanti prendendo decisioni che non hanno precedenti nella storia repubblicana, come se fosse nella pienezza dei poteri. Si è momentaneamente iscritta al Gruppo misto nelle more di scegliere l’offerta migliore. La sua richiesta esplicita di una candidatura, nel fronte opposto dove ha sempre militato, che gli possa garantire una sicura rielezione è tutta nel seguente virgolettato: “Sappiamo tutti che c’è una parte dell’elettorato che non si rassegna alla prevalenza degli estremismi, ma non mi nascondo la difficoltà di trasformare questa visione politica in scelta politica, in un sistema che praticamente obbliga alle coalizioni e condanna all’irrilevanza chi non si associa. E tuttavia questo sforzo andrà fatto”. Traduzione: sono in offerta al miglior acquirente che mi garantisca un seggio nel futuro Parlamento. Quale sarà il suo ruolo nella coalizione di sinistra è tutto da vedere.


di Antonio Giuseppe Di Natale