Il tempo è scaduto per i grillini

venerdì 15 luglio 2022


Mi sembra evidente che la mossa dei pentastellati di non votare la fiducia al Decreto Aiuti e quindi anche al Governo di cui fanno ancora parte, visto che si son ben guardati da far dimettere i loro ministri, rappresenta l’ultimo atto di una pantomima politica con cui essi stanno cercando da tempo di recuperare parte del grande consenso perduto. Ma per quante giravolte costoro si sforzino di compiere, cercando di rispolverare la loro antica vocazione di forza antisistema, oramai la parabola politica degli epigoni di Beppe Grillo volge inesorabilmente al termine. Semmai, lo strappo realizzato in prima persona da Giuseppe Conte, tirato per la giacchetta dalla componente più radicale del Movimento Cinque Stelle, non può che accelerare un processo di estinzione che è iniziato dal momento in cui questi dilettanti allo sbaraglio hanno messo piede nella stanza dei bottoni.

Cavalcando ogni forma di protesta e promettendo tutto a tutti, sulla base di un programma politico privo di alcuna concretezza, e dunque assolutamente irrealizzabile in ogni sua parte, i grillini hanno gradualmente e inesorabilmente perso ogni credibilità, sebbene il caos della pandemia e la partecipazione al Governo Draghi di unità nazionale li abbia mantenuti ancora in vita nei sondaggi. Ma ora, gettando il Paese nella confusione, in bilico tra un rapido ritorno alle urne e un eventuale Draghi bis, è impensabile che l’elettore medio possa ancora fidarsi di un partito guidato da dietro le quinte da un comico e che ha rischiato di trascinare l’Italia in una deriva venezuelana.

Dopo quattro anni di permanenza alla guida del Paese, con risultati catastrofici, dilaniati da continue epurazioni, scissioni e polemiche interne di ogni tipo, chi potrebbe ancora fidarsi del M5S? Un Movimento politico che, come ha dichiarato in una intervista televisiva la capogruppo grillina al Senato, Mariolina Castellone, considera ancora insufficienti gli scostamenti di bilancio che stanno mandando alle stelle il nostro già colossale debito pubblico. Per i grillini governare non significa altro che spendere e spandere e, confinando nella eterna benevolenza dei nostri creditori, essi sono decisamente allergici a qualunque forma di disciplina di bilancio. Il disegno è bellissimo, al pari dell’idea di tornare ai loro antichi fasti, ma è quasi impossibile da realizzare.


di Claudio Romiti