Trasformismi e legge elettorale

domenica 10 luglio 2022


L’articolo 67 della Costituzione italiana recita: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Il secondo comma dell’articolo 1 stabilisce che “la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Nel Paese che si è inventato il trasformismo in politica, la legge fondamentale conferisce legittimità a qualsiasi parlamentare eletto di adottare la prassi consolidata di cambiare casacca (in spregio degli elettori che lo hanno votato) a seconda delle convenienze politiche del momento e non sui programmi politici sottoposti al vaglio degli elettori.

La diciottesima legislatura è di gran lunga quella che “vanta” il record assoluto di cambi di gruppi parlamentari sia alla Camera dei deputati che al Senato della Repubblica. L’apoteosi del trasformismo. Se dal punto di vista della moralità politica lasciare il partito con il quale “il rappresentante del popolo” è stato eletto è sicuramente censurabile, nulla può essere addebitato al parlamentare che cambia partito ex post.

Il tentativo di modifica, in senso proporzionale, della legge elettorale ha iniziato il suo percorso legislativo sulla base di un progetto di legge elaborato dal presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, il pentastellato Giuseppe Brescia. Ad oggi, parrebbe essere ancora in forza ai Cinque Stelle. La proposta prevede una soglia di sbarramento del cinque per cento. Nelle condizioni di frantumazione continua dei partiti politici presenti in Parlamento un tentativo di riforma che prevede uno sbarramento così importante non passerà mai! Causerebbe l’esclusione di un numero incredibile di sigle politiche. L’obiettivo è quello di sostituire il cosiddetto “Rosatellum” (dal suo ideatore Ettore Rosato).

Il sistema elettorale vigente è un misto tra maggioritario e proporzionale. La legge prevede l’assegnazione dei seggi per un terzo con il maggioritario (collegi uninominali) e i due terzi con il proporzionale. Con gli attuali sondaggi elettorali il centrodestra risulterebbe vincente sia alla Camera dei deputati che al Senato della Repubblica e avrebbe la maggioranza assoluta nei due rami del Parlamento. Le sinistre e i centristi non lasceranno nulla d’intentato per modificare la legge elettorale che li vede soccombenti. Proveranno a giustificarne la necessità, adducendo come motivazione “i parlamentari saranno nominati dalle segreterie di partito”, il Rosatellum non garantisce la stabilità di Governo, le coalizioni di Governo nascono solo per fini elettorali. Esattamente come il proporzionale puro, con soglie di sbarramento, il maggioritario puro o a doppio turno.

In verità non esistono sistemi elettorali perfetti che permettono, contemporaneamente, rappresentanza e governabilità! Il vero obiettivo è minare la probabile vittoria elettorale del centrodestra.


di Antonio Giuseppe Di Natale