Elezioni: centro e refugium peccatorum

venerdì 8 luglio 2022


L’idea, non proprio originale, di creare una aggregazione centrista in vista delle elezioni politiche generali è ormai una costante della politica italiana. I promotori, che si stanno affrettando per realizzare l’ennesimo tentativo di un partito di centro, hanno fiutato l’aria. Sembrerebbe, secondo i calcoli fatti, che i neo-parlamentari abbiano raggiunto l’obiettivo della maturazione del vitalizio. Da questo momento tutto è possibile. E non è esclusa la possibilità di un voto anticipato a ottobre.

Dopo l’insuccesso elettorale di Emmanuael Macron in Francia e le dimissioni di Boris Johnson da leader dei Tory nel Regno Unito, i partiti di Governo in Italia che si sono schierati con l’Ucraina – senza valutare le conseguenze economiche e sociali –rischiano alla prossima chiamata alle urne un massacro elettorale. I leader politici non sono più disposti a donare il sangue che li sta rendendo anemici. A mio avviso, manca solo la scusa scatenante per determinare la fine ingloriosa di questo Esecutivo.

I “centristi” sono politici navigati che si sono sempre posizionati borderline, tra la coalizione di centrodestra e quella di sinistra. Per garantirsi un seggio hanno la necessità di unirsi in una sorta di federazione che deve soddisfare gli appetiti (tanti) dei capibastone, con i voti (pochi) che cercheranno di raccogliere in un elettorato che si sta sempre più polarizzando. Le percentuali di consenso di un ipotetico centro, dove la concorrenza è spietata tra Matteo Renzi, Carlo Calenda e i cosiddetti cespugli di centrodestra, è limitata e non garantisce a tutti i trasformisti, con l’attuale legge elettorale, il ritorno in Parlamento, reso ancora più complicato con la riduzione di un terzo dei posti disponibili.

L’unica possibilità per i cosiddetti leader dei partitini dello zero virgola o del due per cento è riuscire a modificare la legge elettorale in senso proporzionale con una bassa soglia di sbarramento. Troveranno sponda nel Partito Democratico, perché con l’attuale Rosatellum pochi di loro hanno speranza di rientrare in Parlamento e, per il Pd, è fondamentale rendere possibile la non vittoria del centrodestra. Solo i partiti che si apparenteranno a una delle coalizioni potranno ottenere qualche posto in un collegio sicuro.

Voglio sperare che gli apparentamenti nella coalizione di centrodestra siano limitati agli alleati storici che si sono dimostrati leali e non opportunisti, compresi “i governisti” di Forza Italia e della Lega. Più che un aggregato politico sembrerà una corte dei miracoli. O meglio, un refugium peccatorum.


di Antonio Giuseppe Di Natale