giovedì 30 giugno 2022
È incredibile. Ora che finalmente sono tornati i turisti in Italia, dopo la pandemia e le restrizioni, la principale preoccupazione di una parte della politica è quella di limitare il più possibile, fino addirittura ad impedirla, una specifica forma di ospitalità, quella degli affitti brevi. E il paradosso è che si tratta dell’unico comparto che – nonostante abbia sofferto l’assenza di qualsiasi reddito per due anni (ma il contestuale obbligo di pagamento della patrimoniale Imu) – non ha ricevuto alcuna forma di ristoro.
Da un lato l’iniziativa del sindaco di Firenze, che sta raccogliendo firme su una proposta di legge che mira a “combattere la rendita immobiliare passiva e parassitaria” (Camera dei deputati il linguaggio da estrema sinistra sudamericana è il suo). Dall’altro, la surreale discussione di queste ore alla su un emendamento del Partito Democratico riguardante Venezia che mira – testuale – a “tutelare l’ambiente e l’ecosistema lagunare” limitando la locazione di immobili a fini turistici (sottintendendo, quindi, che l’ecosistema non sarebbe invece minacciato dal turismo alberghiero).
Pandemia, guerra, inflazione, fame, e l’elenco potrebbe proseguire. Ma per qualcuno la priorità è limitare il diritto (costituzionale) di proprietà dei risparmiatori italiani.
(*) Presidente di Confedilizia
di Giorgio Spaziani Testa (*)