“Dittatori di cui si ha bisogno”

venerdì 10 giugno 2022


Il Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore, Mario Draghi, ha aperto a Parigi i lavori della riunione ministeriale dei Paesi dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Del suo intervento ho estrapolato alcune affermazioni quali:

– “l’invasione in Ucraina ha portato a un forte aumento delle aspettative d’inflazione”;

– “le Banche centrali hanno iniziato a inasprire la politica monetaria portando ad un aumento degli oneri finanziari”;

– “i nostri sforzi per prevenire una crisi alimentare devono partire dai porti dell’Ucraina. Dobbiamo sbloccare i milioni di tonnellate di cereali bloccati a causa del conflitto”;

– “dobbiamo ridurre il prezzo dell’energia”.

In tutta sincerità, signor presidente, ne avevamo contezza. Di queste ovvietà se ne sono accorte le famiglie e le imprese che ogni giorno fanno la spesa al supermercato, la benzina al distributore e pagano le bollette delle utenze, domestiche e commerciali. Le sue considerazioni, espresse in un consesso internazionale come l’Ocse, non fanno altro che fotografare uno stato di fatto. Ma quali sono le sue proposte per cercare di risolvere i problemi che sono evidenti a tutti?

In una conferenza stampa dell’8 aprile 2021, lei ebbe a dire che con i “dittatori di cui si ha bisogno occorre cooperare”. Dichiarazione pragmatica e condivisibile! Come è possibile provare a risolvere il dramma di una potenziale crisi alimentare, se non si “collabora o meglio se non si coopera” con l’autarca russo? Pragmatismo vuole che, quando le situazioni sono di difficile soluzione, occorre perseguire l’obiettivo del minore dei mali. E qual è il minore dei mali? Rischiare la crisi alimentare mondiale con quel che ne consegue o fare delle concessioni parziali alla Federazione Russa sulle sanzioni?

Alzare continuamente il tiro, sposando la tesi di una sola parte in conflitto, non è certamente un buon viatico per intavolare trattative che prima o dopo si dovranno realizzare. È facile elencare i problemi, magari ex post, risolverli è estremamente difficile!


di Antonio Giuseppe Di Natale