I principi inderogabili nell’Ue

domenica 29 maggio 2022


Il governo dell’Ungheria ha deliberato, con la scusa di limitare i danni economici a suo dire provocati dalle sanzioni economiche comminate dall’Unione europea alla Federazione Russa, di applicare un prezzo diverso, calmierato, dei carburanti ai cittadini ungheresi rispetto agli altri, compresi i cittadini di Stati membri dell’Ue. Questo concreta un effetto equivalente a dogana, inammissibile per il diritto comunitario dell’Unione europea. Speriamo che l’avvio della procedura d’infrazione avanti la Corte di Giustizia sia immediato.

Non è una questione di superiorità dell’ordinamento comunitario rispetto al diritto nazionale, ma di competenza e giurisdizione. Tutta la costruzione di un mercato interno integrato, con la libera circolazione entro esso di beni e servizi, parte dall’unione doganale, cioè dall’abolizione di dogane interne tra gli Stati membri e la costruzione di una dogana comune. Ciò per far circolare all’interno non solo beni prodotti negli Stati membri, ma anche quelli provenienti da Stati terzi e messi in libera pratica all’interno. Tutti gli Stati membri, sottoposti a pressione dai propri produttori nazionali, hanno violato in disparati settori questa norma, e la Repubblica Italiana non è certo una verginella innocente. Sempre, però, la cosa è stata risolta a suon di sentenze della Corte di Giustizia, a cui gli Stati nazionali, talora obtorto collo, e con molti mal di pancia, si sono adeguati. Non si può agire diversamente, perché non va concesso a Stati membri ultimi venuti la “licenza d’uccidere” l’Unione. Tanto più in un momento nel quale l’Unione europea sta diventando sempre più anche politica. Per questo ha reso esplicito, nei Trattati istitutivi, ora, il dovere al rispetto, da parte degli Stati membri, dei principi fondanti la democrazia librale. Anche su questo non può deflettere, si tratti della Repubblica di Polonia o dell’Ungheria.

Oltretutto, qui, si parla a nuora perché suocera intenda. L’Ucraina chiede a gran voce, è comprensibile, di accelerare l’ingresso nell’Unione, la Moldavia è in procinto di farlo; eppure in Ucraina, per la ovvia ragione nelle circostanze, si vietano partiti politici in odore d’essere filorussi, ed in Moldavia è stato arrestato l’attuale capo dell’opposizione, precedente capo del governo, accusato di corruzione. Sono propenso a ritenere che quest’ultima accusa sia fondata e non obietto nulla in proposito. Va fatto capire subito, però, come indipendenza della magistratura e diritti dell’opposizione siano principi inderogabili.


di Riccardo Scarpa