Ora basta con putinismo e populismo nelle campagne elettorali

martedì 19 aprile 2022


Qualcuno, lungimirante e onesto intellettualmente, adesso dovrebbe sfidare i partiti – di destra e di sinistra – a bandire dalle future campagne elettorali tutte quelle idee-paccottiglia, tra nazionalismo e identitarismo a un tanto al chilo che, come abbiamo constatato, sono le stesse del putinismo applicato alla realtà. E che possono portare a invasioni di Paesi democratici come l’Ucraina e giù per lì fino alle fosse comuni, agli stupri etnici e via dicendo. Magari con la benedizione religiosa di chiese come quella ortodossa di Russia.

Sarebbe invece ora di tornare alla ragionevolezza. Stando noi tutti nell’Anno Domini 2022 e non all’epoca delle varie guerre di religione e di conquista. Sembra infatti incredibile che a sinistra si debba assistere a scene pietose come quelle che già si preannunziano per le manifestazioni del 25 aprile e del Primo maggio. Ma sembrano altrettanto incredibili i populismi di destra come quelli di Matteo Salvini e di Marine Le Pen, tra rosari e citofoni da una parte e soldi in cassa provenienti da Vladimir Putin, dall’altra. E anche il partito di Giorgia Meloni, peraltro molto più furba dei suoi competitor, dovrà fare a meno di ambiguità, ammiccamenti e scorciatoie populiste. Tutta questa tendenza ideologica, che ha fatto furore negli ultimi anni e che ha nei Cinque Stelle in Italia i detentori del marchio, si è rivelata al dunque come “m…a allo stato puro”. Le tematiche securitarie, il manettarismo, il giustizialismo, l’odio verso la classe politica, le campagne sulla casta sono tutti gadget di questa maniera di fare politica. Ed ecco i risultati che portano.

Avevano ben ragione gli americani che durante la Prima Repubblica ci condizionarono a tagliare gli opposti estremismi. Fascismi e comunismi, populismi e nazionalismi devono essere tenuti ben lontani dalle leve del potere. Pena diventare Paesi autoritari e non autorevoli. Noi siamo Occidente e del “new world order” propugnato da Putin e Xi Jinping non sappiamo che farcene. La barra da tenere dritta è quella che coniuga libertà, liberismo economico, capitalismo e deterrenza atlantica contro i nostri nemici storici. Da Yalta ben poco è cambiato. Non vendiamoci al nemico se non vogliamo essere divorati da esso. Certo si tratta. E si può persino fare affari con le autarchie e le dittature orientali. Ma sempre con i missili nucleari Nato ben puntati su quei regimi. Lo sapevano bene Ronald Reagan e Margaret Thatcher. E all’epoca i risultati si sono visti e constatati. Tutte le chiacchiere e le balle che oggi vengono contrabbandate nei diseducativi talk-show televisivi non sono che mistificazioni e propaganda in malafede. I partiti, dunque, raccolgano questa sfida: bandire il putinismo dalle campagne elettorali. Pragmatismo nelle diverse proposte politiche e rispetto dei diritti civili e delle libertà individuali, senza inutili crociate e tendenze violente di cambiare il mondo. A spese dei singoli.


di Dimitri Buffa