Il populismo dato per spacciato è vivo e vegeto!

martedì 5 aprile 2022


I raffinati analisti politici italiani avevano sentenziato sui “grandi giornali” che il populismo era in forte declino. Il colpo di grazia, ai cosiddetti partiti populisti, lo avrebbe dato l’invasione russa in Ucraina per il fatto che il modello di riferimento per gli stessi movimenti è sempre stato Vladimir Putin.

Matteo Salvini – “il populista” – dopo il grande successo alle elezioni europee del 2019, che aveva portato la Lega a raggiungere il 34 per cento dei voti, era dato per spacciato a causa dei consensi in significativo calo in Italia che gli accreditavano i sondaggi. La realtà che si è concretizzata è lontana dalle aspettative dei partiti di centrosinistra che vedevano la possibilità di ribaltare gli esiti elettorali previsti dalle proiezioni favorevoli alla coalizione di centrodestra.

Le elezioni politiche in Ungheria hanno confermato Viktor Mihály Orbán, “l’amico di Vladimir Putin”, come primo ministro per un quarto mandato e le urne hanno assegnato al partito di Orbán – Unione civica ungherese, Fidesz – la maggioranza assoluta dei seggi nel Parlamento, nonostante si sia rifiutato di applicare le sanzioni economiche alla Federazione Russa. Anche in Serbia, il partito progressista serbo di Aleksandar Vučić (anch’egli considerato filorusso) ha vinto le elezioni politiche ed è stato confermato dagli elettori per un secondo mandato.

Nelle prossime elezioni presidenziali in Francia i più recenti sondaggi danno in forte ripresa Marine Le Pen e il suo partito (Rassemblement National). È, altresì, probabile un’alleanza al secondo turno di Le Pen con Éric Zemmour che rendono quantomeno complicata la rielezione di Emmanuel Macron. È possibile che i politici italiani, una volta particolarmente bravi a fiutare l’aria, abbiano sbagliato le previsioni? L’adesione fideistica all’Europa in modo acritico e senza considerare i legittimi interessi economici nazionali possono portare gli elettori italiani a penalizzare i partiti politici europeisti senza se e senza ma? Le ripercussioni economiche che subirà l’Italia, a causa delle sanzioni alla Russia, si trasformeranno in un nuovo euroscetticismo? Ai posteri l’ardua sentenza!


di Antonio Giuseppe Di Natale