Zeta ridicoli

martedì 29 marzo 2022


Risucchiati nel gorgo pazzoide del politicamente corretto, la lettera zeta, l’ultima del nostro alfabeto almeno per come lo abbiamo imparato alle scuole elementari, quella di zebra, zattera, zaino, Zorro, facciamo a capirci, ha assunto le sembianze della croce uncinata 2.0. La cara e innocente letterina non si può né scrivere né pronunciare perché rappresenta il simbolo dell’invasione russa.

Il Partito Democratico ha messo la bandierina sull’ultima follia politically correct di cui non si sentiva davvero il bisogno; così si legge sulle agenzie e sui cinguettii infatti: l’ultima battaglia dell’eurodeputata del Partito Democratico, Alessandra Moretti, provoca la reazione dei social con gli utenti che la ricoprono di critiche e tweet ironici. Tutto parte da un post lanciato dalla dem proprio su Twitter: “Gli Stati federali tedeschi della Bassa Sassonia e della Baviera annunciano sanzioni penali per chi userà il segno “Z” nei luoghi pubblici. Nessuna equidistanza e totale condanna per l’aggressione di Putin. Facciamo lo stesso in tutta Europa”. Così scrive l’europarlamentare con riferimento ai segni usati dall’esercito russo in Ucraina, una zeta a cui sono stati attribuiti diversi significati strategici e propagandistici, e che sono diventati un simbolo distintivo per chi sostiene le ragioni della Russia nel conflitto che infiamma l’Europa da un mese.

Nel pentolone dell’autocensura ci si è tuffato anche il colosso delle assicurazioni Zurich. Il logo “Z” sparirà, chiariscono dal gotha, dai social. Tutto questo per non confondersi con i blindati di Vladimir Putin e per lavarsi la coscienza magari evitando la gogna internazionale che, si sa, in questi casi non risparmia nessuno.

I Meganoidi cantavano “Zeta reticoli”, hit dei primi anni Duemila. Oggi la cambiamo in peggio.


di Stefano Cece