Sono un insetto o Napoleone?

lunedì 28 marzo 2022


Ma io sono come un insetto o sono come Napoleone?”: suona così un celebre incipit di Fëdor Michajlovič Dostoevskij. Non dico quale, per spingere il lettore a cercarlo tra le opere del grande scrittore censurato, perché russo, da un clima da propaganda di guerra instaurato tra gente che vede in televisione altri combattere e trapassare. Non lo so, ma ho la sensazione di essere tra molti insetti, principalmente tra pulci, oltretutto con la tosse. Mi riferisco ai commentatori, italiani ma non solo: giornalisti, esperti di geopolitica vecchi, nuovi o improvvisati, ufficiali ed ex diplomatici in pensione, gente di spettacolo, i quali tifano per l’uno o per l’altro.

Mi viene in mente il disprezzo nutrito da mio padre per i tifosi di calcio: gente in pantofole, seduta in poltrona; tutti tecnici sportivi, critici feroci nei confronti dei giocatori e degli allenatori, i quali non avrebbero mai tirato il calcio a un pallone. Senonché i ragazzi adesso muoiono, siano essi ucraini o russi. Tutti, a casa, sono esperti di geopolitica, strateghi, fini diplomatici e fanno rumore su questa o quella dichiarazione dei belligeranti, incastrandoli così sulle loro posizioni. Perché più se ne parla nel mondo – in quanto i tifosi non sono, lo ripeto, solo gli italiani – più si generano nei combattenti motivi di coerenza. Invece, la pacificazione è sempre legata al compromesso, alla mediazione. Bisogna lasciare un margine, anche psicologico, perché ciò sia possibile.

L’Ucraina è difficile che sconfigga un Impero con un territorio pari a un sesto delle terre emerse del pianeta; ma la Federazione Russa non può, alla lunga, governare un popolo ostile, ben rappresentato da quella nonnina che ha avvelenato soldati russi affamati, offrendo loro una torta. E sarebbe una sconfitta grave, in quanto la Russia e la propria spiritualità hanno origine nella Rus’ di Kiev. Inoltre, molti nuclei familiari sono composti da padri russi e mamme ucraine o viceversa. La Federazione Russa, col muovere questa guerra, contribuisce a generare un’identità ucraina antirussa in un popolo che, per secoli, si è sentito la radice della Russia, e il quale adesso resiste come i sovietici a Leningrado contro gli invasori tedeschi. In fondo, si sentiva ancora di difendere la Santa Russia quando fu dalla parte dei “bianchi” nella guerra civile contro i bolscevichi. Un poco meno quando una parte amoreggiò coi tedeschi contro i sovietici.

Mi fermo qui, perché non voglio essere una pulce tossicolante. Preferirei Napoleone. Sia da lezione la sua meraviglia quando, addentrandosi nella Russia fiducioso perché abituato a servirsi in loco di vettovaglie per la sua truppa, vide i russi condannarsi alla fame per fargli attorno terra bruciata, fino all’incendio della stessa Mosca.


di Riccardo Scarpa