Ucraina: gli interessi europei non coincidono con quelli di Biden

giovedì 24 marzo 2022


Il presidente americano, Joe Biden, parteciperà oggi a Bruxelles al Consiglio europeo e domani al vertice del G7. Quelle due riunioni si svolgeranno all’insegna della retorica. Si celebrerà la riconquistata “unità” dell’Occidente e dell’Europa, compatta nella difesa della democrazia contro l’autocrazia; vi si esalterà la fede della ineluttabile vittoria del campo del Bene, rappresentato emblematicamente dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, contro quello del Male raffigurato dal presidente russo, Vladimir Putin, ormai assimilato al demonio per antonomasia e cioè a una reincarnazione di Adolf Hitler (lo ha fatto persino il premier italiano, Mario Draghi). Questa narrazione è solo un nuovo capitolo del pensiero unico europeo politicamente corretto, dal quale divergere è già diventato motivo di anatema e di epiteti fuori luogo, tipo “putiniano”.

I leader europei stanno danno per scontato che davanti alla guerra russo-ucraina gli interessi europei coincidano perfettamente con quelli americani (nella versione di Biden), a loro volta coincidenti con – e da – quelli ucraini (nella versione di Zelensky). Ma è solo un’illusione ottica. Biden sta mostrando di volere che la guerra continui fino alla sconfitta sul campo delle forze militari russe, ottenuta per procura, armando la resistenza degli ucraini. Egli sta perseguendo una improbabile defenestrazione di Putin ad opera di inesistenti forze russe di opposizione. Ciò significa il prolungamento della guerra. Ma per lEuropa e per lItalia il proseguimento bellico sarebbe una sciagura, sia che Putin perda sia che vinca. La realtà è che Putin non può né vincere né perdere e la prospettiva più probabile è un prolungamento del conflitto. In ogni caso, la strategia di Biden è sia irrealistica, sia contraria agli interessi degli europei. Biden sembra guardare alla guerra russo-ucraina come un conflitto che non tocca gli Stati Uniti né strategicamente né economicamente, anche perché gli Usa sono indipendenti per quanto riguarda le fonti energetiche. Il conflitto stesso e la sua continuazione già stanno giovando alla sua immagine cadente e alle prospettive elettorali sue e del Partito Democratico.

Per gli europei è, invece, un conflitto che tocca i fondamenti stessi del sistema di sicurezza continentale e quelli delle loro economie. Entrambi risulterebbero sconvolti anche nel caso di una sconfitta di Putin. Può non piacere, ma questa è la realtà. L’atteggiamento americano idealista, a cui gli europei si sono accodati, dice semplicisticamente questo: Putin è l’aggressore, l’Ucraina l’aggredito. Qui stanno il Bene e il Male assoluto. Ogni argomentazione, sulle cause del conflitto e sulle sue conseguenze, è fuori luogo. Bisogna ottenere una sconfitta di Putin a ogni costo. Punto. Già, ma quali saranno i costi per gli europei?

Da quella teologia politica americana nasce l’atteggiamento idealista e religioso “fiat iustitia et pereat mundus”. Ma non si sta giocando con il fuoco? Quel detto potrebbe realizzarsi alla lettera e solo per gli europei. L’interesse vero degli europei è di cercare a ogni costo e al più presto una soluzione negoziale al conflitto, non quello di perseguire una impossibile sconfitta militare di Putin. Biden sta soffiando sul fuoco. Che effetto può avere avuto, tra l’altro, quello di stigmatizzare il presidente di una superpotenza nucleare come la Russia con l’epiteto di “criminale di guerra”, se non soffiare sul fuoco del conflitto, internazionalizzandolo? Compito del leader dell’Occidente sarebbe invece quello di spegnere l’incendio. Se Biden non lo capisce, dovrebbero comprenderlo gli europei. Ma questi pagano una doppia dipendenza consolidatasi negli anni: da un lato sono dipendenti dalla Russia per le fonti energetiche, dall’altra sono dipendenti dagli Usa strategicamente e militarmente.

Ma davanti all’abisso incombente – il suicidio dell’Europa – gli europei dovrebbero trovare una maniera per obbligare Biden (e di conseguenza) Zelensky a tenere conto dei loro interessi reali che non sono certo quelli di giocare il ruolo di cavalieri dell’Ideale. Questo ruolo da anime belle fa gioco a Biden e a Zelenski, ma non certo agli europei. L’ideale deve, come sempre, fare i conti con la realtà. Altrimenti diventa narcisismo suicida.


di Lucio Leante