La folle idea dei talk-show italiani

lunedì 21 marzo 2022


C’è un’idea folle ed estremamente pericolosa che sta circolando nei talk-show televisivi in Italia. Essa consiste nel dire che il conflitto russo-ucraino sarebbe già una guerra all’Occidente della Russia di Vladimir Putin (demonizzato e assimilato con inquietante leggerezza ad Adolf Hitler, a un criminale di guerra, come ha fatto Joe Biden e a un essere “atroce più di un animale” come ha fatto irresponsabilmente il “ministro degli Affari esteri” italiano, Luigi Di Maio).

La guerra sarebbe già in atto e non resterebbe, quindi, ai Paesi occidentali che prenderne atto e accettare una sua ufficializzazione e precipitazione verso l’abisso di una guerra guerreggiata generale. È una idea folle sostenuta, oltre che da ucraini, come la vicepremier del Governo di Kiev, Irina Vereschchuk, anche da giornalisti di solito non facili a escandescenze come Alessandro Sallusti, Massimo Giletti (da ieri sera da Odessa) e Tommaso Cerno. In nome della difesa delle vittime dell’aggressione russa (che nessuno può negare) e della piena sovranità dell’Ucraina (assolutizzata fino alla ventilata adesione alla Nato) si dovrebbe accettare una scalata verso una guerra generale. L’obiettivo implicito di questi personaggi sarebbe una impossibile sconfitta militare della Russia e una improbabile defenestrazione di Putin a furor di popolo e di oligarchi russi.

Di questi giornalisti-show mi atterrisce l’irresponsabilità e la superficialità del loro titanismo finto-eroico quanto parolaio. Per fortuna, si tratta solo di talk-show. Mi atterrisce, in particolare, il pensiero che i leader europei se ne facciano influenzare e che diventino irresponsabili quanto quei giornalisti propensi a fare spettacolo anche della guerra. Coltivando la narcisistica ambizione di avere finalmente individuato il nuovo Hitler e di averlo fermato con un talk-show.


di Lucio Leante