La guerra non è mai come sembra

sabato 19 marzo 2022


Le guerre finiscono in due modi: con la diplomazia o con montagne di cadaveri. Se si è contrari a qualsiasi tipo di negoziato con Mosca per portare la pace, allora si vogliono i cadaveri. Nessun sforzo è stato infatti compiuto verso una seria negoziazione per la pace ma solo verso un’escalation senza precedenti, il che si adatta perfettamente ai programmi preesistenti degli Stati Uniti contro la Russia di cui in seguito accenniamo. Se si vuole continuare a urlare che Vladimir Putin è un despota sanguinario, allora si continui pure così, ma non si finga di essere contro la guerra e a favore della pace. Condannare Putin è la cosa più facile e meno coraggiosa che chiunque nel mondo occidentale può fare in questo momento. Ciò che è molto più difficile è prendere una posizione coraggiosa riguardo al ruolo dell’Occidente nel portare avanti questa guerra.

L’Occidente e i suoi media hanno demonizzato la Russia e questa è stata la strategia per sostenere lo sforzo bellico. Sono riusciti a convincere la gente a odiare Putin per poi attribuire l’odio a tutto il popolo russo. D’altra parte il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky si è comportato come Saddam Hussein che faceva circondare i civili da armi pesanti per garantire che il maggior numero venisse ucciso e dunque, diffondendo filmati, per rappresentare il nemico come malvagio. In Ucraina contro Zelensky c’è comunque dissenso che però la stampa occidentale non riporterà mai. Il presidente ucraino ha messo a rischio il suo popolo ignorando il protocollo di Minsk del 2014 che mirava a porre fine alla guerra nella regione del Dombas in Ucraina. Ma la propaganda occidentale lo ha presentato come un eroe che combatte il malvagio orso russo. Ma se Putin, avesse voluto, avrebbe già da un pezzo asfaltato l’Ucraina come l’Occidente ha fatto con l’Iraq.

Stiamo molto attenti alla tifoseria acritica. Questa non è una partita di calcio o un videogioco. Zelensky riceve miliardi da tutto il gas russo che scorre in Europa attraverso l’Ucraina e ha messo a rischio il suo intero paese a beneficio delle compagnie petrolifere ucraine in modo da tagliare fuori la Russia dal rifornimento all’Europa. Si è comportato come Barack Obama che nel 2013 voleva invadere la Siria per impedire alla Russia di costruire un gasdotto per rifornire l’Europa, appoggiando, invece, la costruzione di quello del Qatar. La soluzione di questo conflitto sarebbe stata di consentire al Donbas di avere un voto democratico e di abbandonare la pretesa sulla Crimea che storicamente è sempre stata russa, non ucraina. Il popolo ucraino starebbe dunque morendo per cosa? Per mantenere il Donbas e la Crimea occupati da una popolazione russa? Ma Zelensky ha negato alle province che dal 2014 chiedono il separatismo, ogni diritto di voto per l’indipendenza, perché quelle aree sono ricche di petrolio ed è stato spinto dalle compagnie petrolifere ucraine a riavere la Crimea dove c’è un’enorme riserva di gas che sostituirebbe la Russia come fornitore di energia per l’Europa. Niente di tutto questo viene riportato dalla stampa mainstream.

Non si deve poi ignorare che tutto questo conflitto non è iniziato qualche settimana fa. È iniziato nel 2014, quando l’Ucraina ha rovesciato il presidente dell’Ucraina, il filorusso Viktor Janukovyč, democraticamente eletto nel 2010, l’anno in cui il parlamento votò per abbandonare le aspirazioni di adesione alla Nato. La sua rimozione fu un colpo di stato che dette inizio al movimento separatista nel Dombas che ha poi portato al protocollo di Minsk, mai finalizzato.

L’attuale conflitto è direttamente il risultato della guerra per procura dietro le quinte contro la Russia iniziata proprio nel 2014 quando scoppiò il “Maidan”, una serie di manifestazioni sempre più violente, a Kiev e altrove. Il violento rovesciamento di Yanukovich e Il massacro di Maidan rappresentato dai media occidentali come una rivoluzione popolare, è stato sceneggiato dai neo conservatori e dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, rappresentato da Victoria Nuland che, negli ultimi 30 anni, ha guidato la politica estera americana passando da un disastro all’altro. Dal 2003 al 2005 la Nuland ha contribuito a pianificare sia la guerra per rovesciare Saddam Hussein in Iraq, sia ad attuare il “cambio di regime” e rovesciare Mu’ammar Gheddafi in Libia, tentando poi di fare lo stesso in Siria con Bashar al-Assad.

Gheddafi, Saddam e Assad sono stati demonizzati, come oggi avviene con Putin, per giustificare l’invio di armi agli insorti e rovesciare i governi. Servendosi dello stesso schema, la Nuland ha lavorato duramente per rovesciare Yanukovich vantandosi pure di aver finanziato nel 2003 con miliardi di dollari, la rivoluzione colorata ucraina avvalendosi delle quinte colonne statunitensi, le ong politiche, utilizzate per organizzare proteste, fomentare rivoluzioni e promuovere l’agenda geopolitica americana all’estero. Ora il presidente Joe Biden ha nominato la Nuland nuovo sottosegretario per gli affari politici affinché continui l’infinita politica di manipolazione e di guerra statunitense. E infatti gli Stati Uniti, oltre ad aver finanziato il battaglione ucraino di estrema destra Azov, che si vanta di essere nazista, hanno pure permesso che 450 combattenti di Al Qaida arrivassero in Ucraina per combattere contro le forze russe. Perché a questi estremisti arabi viene consentito combattere per l’Ucraina? Ai vecchi tempi, ci veniva detto che Al Qaida era l’organizzazione terroristica più malvagia dell’intero pianeta e ora è alleata dell’Occidente!

Mentre i media mettono il bavaglio a chi non odia abbastanza la Russia, non sembrano avere problemi con il fatto che il burattino dell’occidente Zelensky sia affiancato da nazisti e terroristi islamici. Anzi, continuano a far finta che l’America e l’Europa promuovano i valori di pace e libertà quando in realtà i loro obiettivi sono offensivi e non difensivi e si stanno inventando qualsiasi cosa per sostenere la guerra, come hanno fatto con le armi di distruzione di massa in Iraq che non sono mai esistite.


di Gerardo Coco