Le ali di Balbo

mercoledì 16 marzo 2022


L’uso della damnatio memoriae è antico, e anche in questo la sinistra italiota non riesce a distinguersi, anzi si uniforma ancora una volta a quella deprecabile cosa che è la cancel culture ormai in voga in tutto l’Orbe. L’ultimo a essere colpito è – a distanza di decenni dalla sua scomparsa – Italo Balbo, il cui nome adesso verrà cancellato dalla fusoliera di uno degli Airbus della flotta di Stato, solitamente utilizzati dai rappresentanti istituzionali della nostro stimata repubblica. Il minuscolo è d’obbligo, visto l’abissale livello d’ignoranza che contraddistingue la nostra attuale classe politica nella sua quasi totalità.

Inutile, pertanto, ricordare a tali menti sopraffine, chi sia stato realmente Balbo, delle sue imprese che gli hanno valso il plauso di tutte le nazioni di allora, guidate certo da persone più colte, sagge e intelligenti di quelle di oggi. Il motore politico di questo oblio è il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che ha pensato – pensato? Deve essere stata una novità – di eliminare dai velivoli del 31° Stormo il nome dell’uomo che ha reso famosa l’Aeronautica italiana di quei tempi, in quanto fascista e ministro di Benito Mussolini e che, se non fosse morto tragicamente come avvenne, in circostanze mai del tutto chiarite, in un mondo alternativo forse sarebbe stato l’erede del Duce. È un mondo triste quindi il nostro, livoroso e cupo per le continue recriminazioni dei vari Tomaso Montanari e affini che trascorrono così il loro tempo, a trasformare la Storia secondo la loro personale visione, escludendo chi non piace, eliminando ciò che non fa comodo, soltanto perché magari avvenuto durante il Ventennio.

Invece, Balbo sarebbe dovuto essere non dico simpatico alla sinistra, ma almeno astutamente “utilizzato” come contraltare e potenziale rivale del Duce, tant’è che morì abbattuto dal fuoco amico della contraerea italiana a Tobruk nel 1940. Fu un tragico errore? Resterà anche questo uno dei grandi e insoluti misteri dell’ultimo conflitto mondiale, ma ancor più misterioso permane l’utilizzo dell’onestà intellettuale da parte di alcuni rappresentanti di questo Governo, che – come sempre – invece di “pacificare”, gettano nuova benzina sul fuoco, tenendolo sempre ben alimentato nell’odio e nel rancore di fatti che ormai dovrebbero essere acquisiti alla storicizzazione e come tali rispettati.

Una nazione – la nostra – che ancora ha timore dei morti di quasi un secolo fa, ha evidenti problemi con se stessa, con il proprio vissuto e con l’accettazione della propria storia, perennemente in attività di revisionismo retroattivo e non sempre soltanto da parte della sinistra. Questo mentre a Chicago, dunque in quell’America allora nostra nemica o in procinto di esserlo, resta invece in piedi l’intitolazione della via al trasvolatore fascista Balbo Drive, in ricordo degli idrovolanti italiani che allora compirono l’eccezionale impresa di attraversare l’Oceano Atlantico e congiungere sulle loro ali una piccola Penisola, che fu il Cuore del Mondo, con un Paese dalla storia recente e ancora in costruzione.

L’America di quel tempo amava e ammirava l’Italia, eravamo un esempio da imitare per loro. Oggi siamo la loro colonia, l’estensione delle loro basi militari, il loro zerbino. Italo Balbo non l’avrebbe permesso.


di Dalmazio Frau