Gli eroi di oggi sono gli imprenditori

domenica 13 marzo 2022


Il Codice civile non definisce l’impresa ma l’imprenditore come “chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi”. Lemergenza causata, prima dal Covid-19 e poi dalla crisi energetica accentuata dalla guerra in Ucraina, ha determinato l’aggravarsi della situazione economica di molte piccole e medie imprese. In questi giorni ho avuto dei colloqui con due piccoli imprenditori miei amici.

Il primo ha dovuto prendere la decisione, dopo cinquanta anni di attività, di chiudere la sua azienda. Era disperato anche per il fatto che dovrà mandare a casa padri e madri di famiglia che lavorano lì, compresi i suoi tre figli. L’impresa operava già in un settore in difficoltà. Ciononostante, cercava di tenerla in vita. I costi di energia e materie prime, cresciuti in modo esponenziale, hanno dato il colpo di grazia. Il secondo imprenditore è concessionario di un’area demaniale sulla quale, negli oltre trent’anni di attività, ha effettuato investimenti, trasformando un pezzo di spiaggia in una struttura molto apprezzata. Nei due anni di lockdown è riuscito a mantenere la clientela e l’occupazione stagionale.

La situazione dei due imprenditori mi ha fatto venire in mente Luigi Einaudi, uno dei più grandi economisti e politici della storia repubblicana del nostro Paese (più volte ministro preposto a dicasteri economici, governatore della Banca d’Italia e secondo presidente della Repubblica) e, in particolare, una sua massima che ritengo di assoluta attualità: “Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge, non soltanto la sete di denaro. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie e investono tutti i loro capitali per ritrarre spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi.

Nel primo caso l’imprenditore è costretto, suo malgrado, alla chiusura a causa della dura legge del mercato. Ma nel caso dell’imprenditore che gestisce uno stabilimento balneare e che non sarebbe a rischio di continuità aziendale, in quanto i clienti continuano a gradire i suoi servizi, può una direttiva comunitaria – la Bolkestein – male interpretata e recepita supinamente dal nostro Paese, compromettere una attività produttiva che produce occupazione, imposte e contributi sociali, in nome di una presunta liberalizzazione di servizi e della concorrenza? Il nostro Paese è in declino a causa dei nostri politici, nonostante la straordinaria capacità imprenditoriale degli italiani. Oggi fare impresa in Italia è da eroi! Luigi Einaudi docet.   

 


di Antonio Giuseppe Di Natale