Incendio di una democrazia

giovedì 24 febbraio 2022


In questi ultimi giorni abbiamo assistito in tempo reale alla trasformazione del Canada da regime democratico a totalitario ma non c’è stato un politico occidentale che di fronte all’incendio di questa democrazia liberale, che brucia diritti umani e libertà civili, abbia urlato “al fuoco!”, né abbia riconosciuto ciò che sta accadendo. I media e praticamente tutte le principali organizzazioni per i diritti civili del pianeta, hanno o quasi ignorato la repressione di Justin Trudeau o dipinto la rivolta pacifica dei camionisti canadesi come atto terroristico. E se questo incendio si diffondesse rapidamente in diverse democrazie liberali?

Forse che i leader occidentali vorrebbero poter fare ciò che sta facendo il primo ministro canadese e invidiano la sua presa di potere autoritaria? È difficile non pensarlo dopo che hanno assaporato due anni del potere di polizia sanitaria. La loro resistenza a rinunciarvi dovrebbe essere l’avvertimento che, per giustificare più poteri statali e la sospensione delle libertà, sarebbero pronti a creare altre emergenze, naturalmente in linea con le direttive della macchina tecnocratica globale di cui sono servitori. Trudeau, ormai dittatore a tutti gli effetti, scavalcando il Parlamento, ha introdotto la legge marziale sguinzagliando contro i camionisti la polizia che ha dimostrato al mondo intero di non essere diversa dai nazisti tedeschi per i quali la scusa era sempre la stessa: quella di eseguire solo ordini. È tragico che stiano difendendo Trudeau che, presa la strada oscura della dittatura, sequestra i conti bancari di persone che legittimamente protestano e sceglie di distruggere sulla scena mondiale l’immagine del suo Paese come nazione libera, rispettosa della legge e porto sicuro per il capitale internazionale. Chi, ora, investe in Canada dopo che il suo vice primo ministro, Chrystia Freeland, ha ammesso che, ai sensi dell’Emergency Act, le banche possono congelare o sospendere immediatamente i conti bancari senza un ordine del tribunale ed essere protette dalla responsabilità civile?

Fu il crollo della fiducia a far fuggire i capitali dalla Germania e far nascere in Svizzera le leggi sulla segretezza bancaria. Sia durante l’iperinflazione di Weimar, sia durante il nazismo, l’apparato politico germanico proibì il possesso di denaro al di fuori del Paese spingendo la Svizzera a creare conti numerati segreti per proteggere i tedeschi in fuga dal regime. Come i tedeschi, ora anche i canadesi, camionisti compresi, per aggirare Trudeau stanno aprendo conti in dollari americani al di fuori del sistema bancario canadese.

La polizia canadese aveva una scelta: o difendere il popolo e la nazione da Trudeau, essendo questi un vero e proprio traditore che prende ordini da un’entità straniera: il World economic forum (Wef), o unirsi alla tirannia che distruggerà il futuro del suo Paese. Finora si è schierata con la tirannia e contro le loro stesse famiglie. Trudeau e la Freeland, che è nel Consiglio del Wef, sono burattini del fondatore di questa organizzazione, Klaus Schwab che li ha indottrinati su un’agenda globalista e anti-umana che cerca di schiavizzare l’umanità, il Great Reset, un’agenda globale per eliminare la proprietà privata e instaurare una forma di marxismo tecnocratico su scala globale lasciando ricchezza e potere nelle mani di una ristretta élite dopo aver eliminato libertà, libero mercato e classi medie. Schwab (in questo video) si vanta apertamente di essere il burattinaio dei leader occidentali e di essersi infiltrato nei loro governi per promuovere questa agenda. Ciò spiega l’uniformità delle politiche Covid dei Paesi del “mondo libero” che hanno sospeso le libertà civili con blocchi tirannici, mascherine, vaccini, passaporti e dati falsi sulla pandemia. Il Covid-19 non è stato altro che un pezzo del puzzle di questa agenda per ridisegnare l’economia mondiale e creare un Governo mondiale che richiede il controllo e la sottomissione delle masse. Ecco perché, tanto per cominciare, la vicepremier canadese Freeland ha affermato di voler rendere permanente l’invasivo sistema di sorveglianza finanziaria per distruggere e reprimere in modo assoluto le proteste per le libertà civili e de-finanziare ogni opposizione.

I parlamentari e i capi delle province canadesi dovrebbero essere consapevoli che la violenza nelle strade di Ottawa contro i camionisti potrebbe essere scatenata anche contro di loro. Storicamente, infatti, cosa succede, quando una nazione democratica viene assassinata? I parlamentari non sembrano capire che ora il loro ex collega, Justin Trudeau, può arrestare non solo i camionisti, la cui legittima protesta è stata dichiarata illegale, ma anche gli stessi parlamentari leader dell’opposizione. Questo potrebbe essere il passo successivo di questa presa di potere. I tiranni cercano di sospendere i normali processi parlamentari abbastanza a lungo da svuotare i poteri del corpo legislativo, per garantire che quando e se un Parlamento si riunisce di nuovo sia solo un’assemblea cerimoniale. In questa fase non si torna a uno stato precedente dell’ordine della società civile senza una guerra civile. Purtroppo, non esiste un modo pacifico per affrontare una dittatura e questo sembra essere il destino del Canada.

Ps: Ventiquattro ore dopo aver scritto il presente articolo, Trudeau è stato costretto ad abbandonare il suo Emergency Act poiché, in seguito al congelamento dei conti bancari senza un ordine del tribunale, un’incredibile quantità di denaro è fuggita dalle banche canadesi. La domanda di dollari è più che triplicata con un aumento del 500 per cento solo nelle 24 ore precedenti. Questo è il problema dei politici. Sono semplicemente incapaci di prendere decisioni intelligenti. Trudeau ha creato una crisi molto seria e la semplice revoca del suo atto di emergenza non convincerà il capitale internazionale a fidarsi del Canada finché lui sarà al potere.


di Gerardo Coco