La Rai bifronte, il bene e il male

domenica 13 febbraio 2022


Strano destino quello della Rai. Appena assaporato il successo delle giornate di Sanremo (incassati 42 milioni di neuro, spesi circa 17), di alcune serie tivù come La sposa, Makari, L’amica geniale, Doc e delle dirette delle Olimpiadi di Pechino ecco i risvolti delle medaglie. Bufera sul conduttore di Report Sigfrido Ranucci, vicedirettore ad personam per l’approfondimento (a parte le ipocrisie sui messaggi considerati privati con un deputato della Vigilanza e il cattivo gusto messo in onda nel documentario su Silvio Berlusconi) e denuncia del sindacato interno (Usigrai) di utilizzare giornalisti esterni, tenendo a spasso quelli interni mentre prosegue nel progetto dei tagli lineari con operazioni sbagliate come quella della soppressione della terza edizione delle Redazioni regionali. La ricostruzione dell’azienda che sta portando avanti l’amministratore delegato Carlo Fuortes non piace alla maggioranza dei 12mila dipendenti dell’azienda di Viale Mazzini.

L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’utilizzo di 10 nuovi giornalisti inseriti, senza un contratto giornalistico, nei programmi del perimetro informativo attraverso prime utilizzazioni, figure che prendono il posto di giornalisti interni spesso sottoutilizzati e dei precari storici. Il fatto grave, denunciato dall’Usigrai, è che vengono acquistati reportage giornalistici non Rai al posto di produzioni interne. In questa maniera Viale Mazzini viene meno alle logiche di servizio pubblico (la cui convenzione con lo Stato deve essere rinnovata tra breve). Se i costi vanno razionalizzati si può dimostrare, osserva l’Usigrai, che questo è possibile nel rispetto della missione aziendale e della valorizzazione delle molte professionalità già a disposizione della Rai.

In campo giornalistico si è poi verificata una cascata di nomine: direzioni di genere al posto delle direzioni di rete. Una raffica di strutture che distribuiscono incarichi più sulla carta che nella sostanza. Ecco la Direzione intrattenimento prime time con direttore Stefano Coletta e sei vice. Poi l’Intrattenimento Day time con direttore Antonio Di Bella e 5 vice. Segue la Direzione approfondimento con direttore Mario Orfeo con 5 vice e due vicedirettori ad personam. La direzione Cultura ed educational ha come direttora Silvia Calandrelli e 5 vice. La Direzione Cinema del direttore Francesco Di Pace ha un solo vice. Di fronte a questa organizzazione il Comitato di redazione della Tgr ha denunciato l’inadeguatezza del lavoro serale proposto dalla direzione aziendale a partire dal nuovo anno. Il modello (im)produttivo indebolisce tutti gli appuntamenti informativi anche del mattino perché mancano i servizi delle sedi dopo le 22, diminuendo la capacità della Rai di far fronte alle emergenze in orario serale.

È stato inoltre molto grave che questi cambiamenti siano stati introdotti senza alcun confronto sindacale e con comunicazione ai Cdr arrivati dai Capiredattori regionali. Alla prova dei fatti la cancellazione della terza edizione, introdotta dall’allora direttore Piero Vigorelli, produce risparmi irrisori. La proposta alternativa poteva essere quella di spostare la terza edizione della Tgr alle ore 22.30 che non avrebbe giustificato alcun taglio di costi. L’errore dell’amministratore Fuortes è stato quello di non rispettare la norma prevista nel “Contratto di servizio” che parla di “Consultazione preventiva” con le organizzazioni dei dipendenti e non di una semplice “informativa”.


di Sergio Menicucci