Centrodestra: la ricerca di un leader

giovedì 3 febbraio 2022


Caro Direttore,

il tuo editoriale “El dia de los muertos” è l’analisi impietosa del risultato conseguito nell’elezione del Presidente della Repubblica dal defunto centrodestra. La premessa della disfatta si era già consumata con i pessimi risultati delle recenti Amministrative di Roma e Milano. La causa? La feroce e deleteria competizione fratricida tra la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Gli effetti? La scomposizione della coalizione e le ripetute sconfitte politiche.

Il popolo liberale è di umore nero: come noi hanno creduto dal lontano 1993 nella possibilità di creare un Partito Liberale di massa (Forza Italia) alleato della Lega e del Movimento Sociale italiano; coalizione che è riuscita a vincere le elezioni politiche di allora, oltre ogni previsione, contro “la gioiosa macchina da guerra” guidata dal post-comunista Achille Occhetto.

L’innovazione politica, che era una vera e propria rivoluzione, si basava su un centrodestra unito in antitesi alla sinistra e alla componente di sinistra della vecchia Democrazia Cristiana. Progetto politico che aveva realizzato anche in Italia l’alternanza al Governo di coalizioni con una visione antitetica della società. La nostra – liberale, liberista e garantista – contrapposta a quella della sinistra dirigista e giustizialista.

Lo straordinario successo politico fu determinato dal fatto che il presidente, Silvio Berlusconi, ebbe la capacità di coinvolgere nel progetto politico i migliori intellettuali laici, cattolici e liberali, orfani della distruzione dei loro partiti di riferimento coinvolti nella crisi generata dal metodo ambrosiano denominato “Mani Pulite”. Ebbe, altresì, a coinvolgere professionisti, imprenditori e manager di grande successo nei loro settori.

È quello che oggi manca al centrodestra: un leader che riesca nuovamente a coinvolgere le migliori risorse del Paese che guardano al nostro sentire politico. Vinse le elezioni ma (è storia italiana) fu travolto da una inaudita azione “concertata” dalla magistratura politicizzata, dai giornaloni e dalla nomenclatura politica alla quale aveva sottratto la certezza della vittoria elettorale.

L’evidente pessimismo del tuo editoriale è in parte mitigato dalla speranza che Fratelli d’Italia possa essere “un luogo d’incontro tra tradizione e libertà”. Condivido il tuo pensiero. Spero anch’io che la leader di Fratelli d’Italia sappia fare tesoro degli errori commessi da altri protagonisti della vita politica degli ultimi anni e tenga a mente una famosa frase di Enrico Cuccia, che diceva “le azioni si pesano, non si contano”. Anche in politica i voti si pesano.


di Antonio Giuseppe Di Natale