Preghierina liberale per il nuovo anno

martedì 4 gennaio 2022


Signore, sono decenni che ti prego invano, non per me ma per il mio Paese. Quest’anno, fai il miracolo. Portami un po’ di liberalismo. Farà bene a tutti e a tutto. Persino gioverà contro il Covid, perché vivere meglio aiuta a sopravvivere meglio.

Finché dura la pandemia, rendi afoni i filosofi della cattedra. Falli concentrare sulla ricerca della felicità, ché alla sanità pensiamo da noi stessi. Abbiamo bisogno di loro per capire chi siamo, per conoscerci di più, come insegnava quel loro collega di Delfi.

Finché dura la pandemia, riunisci tutti gli esperti, a qualunque branca della medicina appartengano, in un convento abbandonato e convincili che la scienza è inscindibile dalla prudenza; anzi, addirittura dalla modestia. Quando avessero maturato tal convincimento, solo allora li lascerai sciamare fuori a discettare dai pulpiti mediatici che con vanità occupano insonni.

Finché dura la pandemia, liberaci dai giornalisti sodali degli esperti. La contesa dei conduttori di spettacoli parlanti è diventata pur essa pandemica e stressa il popolo quasi quanto il virus.

Approfitta, o Signore, del Piano di rinascita, che hanno voluto chiamare anche di resilienza, una parola ostica per indicare l’ovvio. Fai che non porti agl’Italiani un milione d’impiegati in più sotto pretesto di tagliare la burocrazia. Trattieni per il collo il ministro. Il Nobel, a cui ambisce, non glielo procureranno le assunzioni pubbliche, di cui sono capaci gli apprendisti della politica.

Solo tu, Signore, puoi riportare tra noi l’uguaglianza legale, che la politica ha sfranto in una miriade di disuguaglianze perpetrate con l’accattivante nome di giustizia sociale, una cosa discriminatoria che giova soltanto a chi la riceve e a chi la fa per interessi specifici, non nell’interesse generale.

Donaci finalmente il collegio uninominale a doppio turno con ballottaggio a tre, dove possa candidarsi chiunque raccolga un apprezzabile numero di sostenitori, per modo che il Parlamento amputato possa almeno dirsi rappresentativo dei cittadini anziché dei segretari dei partiti così come sono.

Scaccia da noi il regionalismo, scongiura il regionalismo differenziato, dacci subito la sanità uguale per tutti. Come puoi tu, Signore, tollerare che gli stessi tributi procurino il bene di alcuni e il male di altri a seconda della loro regione?

Restituisci agl’Italiani la garanzia effettiva della libertà personale, minacciata troppo spesso dagli arresti arbitrari e/o inutili, anche in barba alle tre clausole che dovrebbero impedirli. Vorremmo finalmente l’habeas corpus e la libertà su cauzione, che le nazioni rispettose davvero della libertà individuale onorano da secoli.

Allontana dalla mente dei contribuenti l’illusione che siano meno vessati dai tributi; che stiano per ricevere gratis una pioggia di miliardi; che tutti questi soldi non abbiano procurato più debiti; che siano diventati più ricchi.

Infine, Signore, fai discendere lo Spirito Santo su Montecitorio perché infonda nei parlamentari smarriti il coraggio di eleggere Mario Draghi a presidente della Repubblica affinché dal Quirinale continui a onorare l’avallo della cambiale firmata dalla nazione.


di Pietro Di Muccio de Quattro