Un governo antiumano, per il bene degli uomini

venerdì 29 ottobre 2021


Troppe le novità che mineranno la nostra tranquillità. Ora ci stanno obbligando a cambiare l’apparecchio televisivo od a comprare un “decoder Hd”, pena non vedere più la tivù: poco male, visto e considerato che lo scrivente fa parte di coloro che l’accendono solo per godersi vecchi film nelle ore notturne. Quel che offende è il fine di questa trovata, che farà vendere nuovi televisori e decoder, e serve per permettere alle multinazionali telefoniche di coprire l’Italia col segnale 5G. Quest’ultimo permetterà un accordo tra società di telefonia e pubbliche amministrazioni, al fine di poter conoscere ogni singolo aspetto della vita privata dei cittadini. È utile fare un esempio. Il signor Mario vive in un palazzo dove è stato approvato il 110 per cento per i lavori edili (cappotto termico, impianto fotovoltaico): di punto in bianco il condomino Rossi si trova nella cassetta postale un pezzo di carta dell’amministrazione che, in modo colloquiale ma assertivo, rammenta che entro trenta giorni ogni residente nel palazzo dovrà dichiarare “classe energetica” e “categoria euro” di ogni elettrodomestico (dal frigo al tostapane passando per la lavatrice).

Il signor Rossi, che si barcamena con un reddito ondivago e basso, decide di dichiarare di lavare a mano il bucato e di non avere frigo, né lavastoviglie e nemmeno lo scaldabagno. L’amministratore comunica i risultati delle dichiarazioni dei condomini all’ufficio della Regione che già monitora la “contabilizzazione calorimetrica”. Dopo qualche mese l’amministrazione del condominio viene informata “per conoscenza” che al signor Rossi è stato notificato un atto, con valore giudiziario ed amministrativo, perché il condomino ha mentito: un indagine da remoto tramite radiografia 5G dell’immobile ha dimostrato che in quella casa insistono un vecchio frigo funzionante, una lavatrice euro zero e pure un vecchio scaldabagno, il tostapane, un televisore datato. Il signor Rossi, brava persona di basso reddito, è ormai schedato come bandito sociale e tecnologico. Urge un piccolo consiglio: necessita essere ancor più furbi, ovvero evitare rigorosamente d’avere in casa ripetitori di frequenza, telecamere e, soprattutto, spegnere i cellulari quando si è in casa e riporli in una cassa di legno schermata (con tessuto con fibre di rame e schermature varie). E per collegarsi a Internet? Chi non è domoticamente in regola dovrà aver cura di collegarsi fuori di casa, per evitare che ficchino il naso nella nostra vita domestica.

Ed ora veniamo alla domanda più politico-filosofica. Ovvero che tipo di Stato ci governa e quale fine ha il potere? Siamo in una sorta di “Stato etico” tecnocratico o in uno “Stato organico” al sistema capitalistico? E lo Stato tradizionale, che ci vedeva partecipi e rappresentati come cittadini, che fine ha mai fatto? Quest’ultimo, il tradizionale, seppur migliorabile accettava un’autonomia dei cittadini nei confronti della legge soprannaturale: riconosceva ad ogni uomo i tempi per soggiacere alle leggi naturali, e si costruiva e modificava organicamente accettando abitudini e consuetudini della gente. Lo “Stato etico” novecentesco non riconosceva alcun limite al di fuori di sé, obliterando per il bene dello Stato anche il diritto naturale oggettivo: si organizzava su una visione delle cose, e della società, partorita da sé medesimo. Ne deriva che queste nuove regole di vita, che renderanno tanto triste la vita ai socialmente (ed economicamente) esclusi, vengono partorite da un capitalismo fiscale di sorveglianza che sta imponendo agli stati un modello pseudo-etico e pseudo-morale lesivo delle più intime libertà dell’individuo. Dalla padella nella brace, e perché “Stato etico” nel Novecento non significava uno stato che non riconosce una morale naturale ed oggettiva.

Certo lo Stato creava la sua linea di condotta morale ed etica, in quanto si poneva come fonte primigenia dell’etica soprattutto per norme e leggi. Ma tutto questo avveniva in una sorta di brodo consensuale, dove potere e popolo trovavano felice e programmata convivenza. Lo Stato etico imposto dal capitalismo di sorveglianza non accetta un confronto consensuale col popolo, e si dimostra ancor più incapace di lasciarsi giudicare: quindi non accetta e condanna ogni giudizio al di fuori di sé. Questa forma di dittatura di sorveglianza, che preclude ad ogni libertà d’iniziativa del singolo individuo, ha vinto facilmente perché la società era già stata fiaccata dalla dittatura culturale del relativismo: la gente prima dell’impostura nota come Green economy già rifiutava qualsiasi confronto culturale sulla visione della vita, non aveva alcun giudizio o idea di come programmare la propria esistenza.

Così, dopo aver resettato ideali ed idee, facendo tabula rasa d’ogni ricordo, il capitalismo fiscale di sorveglianza ha deciso che ormai i popoli erano cotti al punto giusto per essere depredati (con norme e leggi) d’ogni libertà e bene materiale: abolizione graduale (e per via fiscale e giudiziaria) della proprietà privata, eliminazione dei mezzi di locomozione privata, abolizione del commercio al dettaglio con la creazione d’un unico distributore (Amazon), controllo da remoto delle relazioni sociali (Facebook interfacciato con riconoscimento facciale delle polizie), disincentivo al viaggio e sostegno alle vacanze virtuali (a casa con computer, maschera e tattile), sostegno al sesso virtuale grazie alle App porno per evitare i rapporti tra sessi, non ultimi gli obblighi a cambiare spesso elettrodomestici ed ogni bene tecnologico (saranno incentivati quelli in affitto). Nel nord Europa ci sono già leggi che premiano la frequentazione dei quartieri a luci rosse come deterrente alle relazioni stabili eterosessuali. L’obiettivo è chiaro: un mondo per pochi gestito da pochissimi.

Ma torniamo al signor Rossi, che vive in Italia, dove il Vicerè Draghi ha imposto lo Stato etico tecnocratico: basa il proprio riconoscimento su una morale fondata metafisicamente fuori della storia italiana, quindi fuori dal concetto di stato che ha ogni buon cittadino. Di fatto Draghi è in antitesi alla legge naturale che pone l’uomo come fine dello Stato e non a servizio di esso. Il totalitarismo tecnocratico, di cui questo governo è strumento, andrà così ad imporre che il cittadino sia funzionale ai processi tecnologici imposti dal capitale di sorveglianza. La visione di governo di questa gente è comunque chiara alla maggior parte degli elettori, da qui la diserzione delle urne. E perché il popolo reputa non ci sia voto che riesca a disarcionare un potere che trova ragion d’essere nelle dinamiche istituzionali, in un diritto positivo insito nelle decisioni di pochi. Ne deriva che ormai manchino i presupposti culturali alla libertà politica, e perché con Draghi non si riesce più ad ammettere, od a considerare, una morale al di fuori delle dinamiche istituzionali dello Stato. Ed è facile in una siffatta tecnocrazia dare a bere al popolo che è giusto trasformare la forza del diritto nel diritto della forza. Draghi ed i suoi ministri (dall’Interno all’Innovazione) non riconoscono la verità della vita di singoli cittadini, fatta d’esistenze economicamente precarie e difficili, ma creano una realtà fiscalmente oppressiva che induce gli ultimi al suicidio.

Una democrazia che non riconosce spazi di tolleranza economica e sociale, disconoscendo la sempiterna legge naturale oggettiva dell’uomo, inevitabilmente si trasforma in totalitarismo. Ne deriva che le imposizioni tecnologiche (dalla moneta elettronica ai vari obblighi di tracciatura sul lavoro) che aboliranno regali ad amici in difficoltà ed aiuti economici ai più deboli, amplieranno la platea dell’esclusione sociale, come degli individui in regime di “povertà irreversibile” per motivi bancari, giudiziari, fiscali, tributari a vario titolo. Lo Stato etico tecnocratico, ha la sua fonte ispirativa nel capitalismo di sorveglianza, e non ha precedenti nella storia dell’uomo: è uno Stato che non riconosce la legge naturale e nemmeno la morale delle religioni (cristiana, musulmana, ebraica) e non ha nemmeno i fini consensuali dei totalitarismi del Novecento né dei regni del passato. Forse per evitare rigurgiti di pietas potrebbero anche mettere al bando l’Eneide nei licei. Perché è il primo Stato antiumano che governerà gli uomini, ed avendoli convinti che l’umanità è il male che conduce alla fine del mondo.


di Ruggiero Capone