Ddl Zan: l’Italia deve conformarsi all’Europa anche nella follia del gender?

giovedì 28 ottobre 2021


È rivelatore di una mentalità conformista e provinciale, che conferirebbe all’Italia uno stato di minorità in Europa, il fatto che molti sostenitori del Ddl Zan affermino oggi che il suo affossamento ieri in Senatoci allontana dall’Europa”. Secondo loro dovevamo fare “come in Europa” e cioè come hanno fatto in materia di omotransfobia alcuni grandi Paesi europei. E perché mai? L’Italia dovrebbe seguire pedissequamente questi ultimi anche nelle loro follie politicamente corrette?

Quei commenti rivelano poi anche una mentalità totalitaria quando sono accompagnati da insulti di “omofobia” e di “arretratezza” verso quei senatori che hanno votato per il rinvio in commissione per una questione di coscienza. Conformismo e intolleranza si legano in quei commenti.

L’affossamento del Ddl Zan può significare, invece, e al contrario che l’Italia nel suo insieme, sia pure grazie a fortunosi tatticismi parlamentari e ad una ventina di “franchi tiratori” della sinistra, dimostra di essere più matura di molti Paesi europei e occidentali; e di avere la sensibilità necessaria per non allinearsi conformisticamente alla follia antiscientifica della teoria del gender. Quest’ultima, infatti, col pretesto di difendere la minoranza dei transessuali, discrimina, ostracizza e colpevolizza la cultura e le opinioni della maggioranza dei cittadini composta da eterosessuali che formano “famiglie naturali” protette dalla Costituzione. E limita così la libertà di espressione di chi (come tra gli altri i cittadini credenti) non condivide quella teoria. Il colmo di quella follia è che pretenderebbe di esporre milioni di bambini a problematiche e scelte di identità di genere per le quali non sono maturi e che le lobby Lgbt vorrebbero imporre loro con la forza dello Stato. Una mostruosità al limite del crimine contro l’infanzia e l’umanità.

Affermare che l’Italia si dovrebbe conformare ciecamente agli altri grandi Paesi europei seguendoli anche nelle loro follie senza poter esprimere un autonomo giudizio, conferma l’esistenza di un “pensiero unico europeo” che sarebbe incarnato nell’Ue. Quel che è più inquietante è che ciò significa anche attribuire a quest’ultima addirittura una dimensione etica ed una sovranità morale e, cioè, un ruolo da Super-Stato etico le cui prescrizioni prevarrebbero non solo e non tanto sulla sovranità statale italiana, quanto e soprattutto sulla sovranità della coscienza morale dell’individuo. Il totalitarismo nasce proprio così, come Stato etico.


di Lucio Leante