Putin impartisce agli occidentali una lezione di moderno liberalismo

martedì 26 ottobre 2021


Vladimir Putin, in un suo discorso di venerdì a Sochi, ha sbeffeggiato l’ideologia politicamente corretta diffusa in Occidente, assimilandola alla neo-lingua, all’ideologia e all’intolleranza del totalitarismo sovietico, impartendo così agli occidentali una lezione di moderno liberalismo. Nel suo discorso il presidente russo, che certamente non gode di fama liberale, ha infatti ridicolizzato la cosiddetta “cancel culture” e la “teoria del gender” e, in particolare, ha esecrato la tendenza occidentale “a insegnare ai bambini che un maschio può facilmente diventare una femmina e viceversa”, definendola “una cosa mostruosa” e “un crimine contro l’umanità”. “E tutto sotto il nome e l’insegna del progresso” ha ironizzato il presidente russo.

“Dopo la rivoluzione del 1917 – ha osservato Putin beffardamente – i bolscevichi, basandosi sui dogmi di Marx ed Engels, annunciarono che avrebbero cambiato non solo la politica e l’economia, ma anche l’idea stessa di cosa sia la moralità umana e i fondamenti stessi della società. La distruzione di valori secolari, la fede, i rapporti tra le persone, fino al completo rifiuto della famiglia, l’imposizione e l’incoraggiamento delle denunce dei propri cari, tutto questo è stato dichiarato un passo in avanti, proprio come accade oggi” in Occidente.

Analogamente adesso “nei Paesi occidentali qualcuno è convinto che la cancellazione aggressiva di intere pagine della propria storia o abbandonare la comprensione di cose basilari come mamma, papà, famiglia o anche delle differenze sessuali, siano pietre miliari in un movimento verso il rinnovamento”.

“I grandi autori del passato, come Shakespeare, non vengono più insegnati nelle scuole e nelle Università, perché lì le loro idee sono considerate adesso arretrate solo perché quei classici ai loro tempi non comprendevano l’importanza del genere o della razza”.

“Contrastare le manifestazioni del razzismo è una cosa necessaria, nobile, ma nella nuova Cancel culture si trasforma in “discriminazione alla rovescia”, cioè il razzismo al contrario quando invece il sogno dei veri combattenti per i diritti civili era proprio la cancellazione delle differenze, il rifiuto di dividere le persone secondo il colore della pelle”.

“A Hollywood pubblicano promemoria su come fare un film, quanti personaggi di colore o genere dovrebbero esserci. Risulta peggio del Dipartimento di agitazione e propaganda del Comitato centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica” ha osservato.

In Occidente oggi – ha proseguito Putin – “chi dice che gli uomini e le donne esistono e che questo è un fatto biologico è ostracizzato. “Genitore numero uno” e “genitore numero due”, “genitore che dà alla luce” invece di “madre”, divieto di usare la frase “latte materno” e la sua sostituzione con “latte umano”, in modo che le persone insicure riguardo al proprio genere non si arrabbino. Ripeto, per noi russi tutto questo non è una novità, negli anni ’20 i leader culturali sovietici inventarono la “neo-lingua”, credendo che in questo modo di creare una nuova coscienza”.

“A proposito, i bolscevichi hanno mostrato anche assoluta intolleranza a qualsiasi altra opinione” ha ricordato con sarcasmo Putin, che di totalitarismo se ne intende, riferendosi alle intolleranze nelle Università e istituzioni occidentali verso chi manifesti opinioni “scorrette”.

“Per non parlare di cose semplicemente mostruose, come quando ai bambini occidentali viene insegnato fin da piccoli che un maschio può facilmente diventare una femmina e viceversa. Per chiamare le cose col loro nome, questo è un crimine contro l’umanità. E tutto sotto il nome e l’insegna del progresso” ha evidenziato.

“Sono affari vostri. È un vostro diritto, ma non entrate in casa nostra” ha avvertito il presidente russo rivolto agli occidentali, invitandoli a non cercare di esportare in Russia quelli che ha definito dei veri “sconvolgimenti socio-culturali” in Occidente. Putin ha affermato che col suo discorso ha voluto difendere “i valori storici della tradizione, alla cultura del nostro popolo” che sono però anche quelli della tradizione e della cultura europea e, almeno in parte, di qualsiasi civiltà.

Fin qui il lucido discorso di Putin che, non a caso, abbiamo definito più sopra una “lezione di moderno liberalismo” in quanto anti-totalitario più che conservatore anche perché il liberalismo è oggi chiamato, soprattutto, alla difesa della cultura liberale euro-occidentale dagli attacchi del radicalismo politicamente corretto nella forma della “Cancel culture”, della teoria del gender e del multiculturalismo.

Il Washington Post, invece, ha definito il discorso di Putin “un attacco al liberalismo occidentale” attribuendogli un’impronta esclusivamente conservatrice. L’equivoco deriva dal fatto che negli Usa “liberalism” è un vocabolo che indica la cultura politica della sinistra del Partito Democratico (che in italiano si dovrebbe tradurre con “liberal-radicalismo di sinistra”) e che oggi si identifica soprattutto con l’ideologia del politicamente corretto e, in particolare, con il relativismo multiculturalista. A quest’ultima ideologia si riferì lo stesso Putin, chiamandolo “liberalismo” (in senso americano) quando definì quest’ultimo “obsoleto” in una famosa intervista al Financial Times del giugno 2019. La Russia di Putin non è certamente una democrazia liberale – come dimostrano vari episodi di autoritarismo repressivo più o meno recenti e, da ultimo, l’incarcerazione di uno dei capi dell’opposizione, Alexei Navalny – ma non si può definire nemmeno un regime totalitario e monolitico, come dimostrano le periodiche elezioni (più o meno regolari) e la presenza in Parlamento (la Duma) di diversi partiti di destra e di sinistra.

È tuttavia significativo e non privo di ironia storica il fatto che sia proprio Putin (che del totalitarismo e dell’anti-occidentalismo ha una esperienza diretta) a mettere in guardia l’Occidente dai rischio di vedere alimentarsi nel suo seno tendenze totalitarie e distruttive delle fondamenta stesse della società (come la sua storia, la sua cultura, la famiglia) sulla base di ingannevoli ideologie, che si presentano come progressiste, antirazziste e anti-discriminatorie, ma in realtà sono regressive, intolleranti e mistificatorie.


di Lucio Leante