lunedì 4 ottobre 2021
Durante questi tempi di incertezze e surreali situazioni, inimmaginabili fino a qualche anno fa, riemerge alle cronache un personaggio, che personalmente, suscita un misto di pietà e rabbia, ossia l’attivista ambientalista Greta Thunberg. Il sentimento di pietà nasce dal fatto che codesta ragazza, ormai diciottenne, soffre della sindrome di Asperger, che consiste in un disturbo pervasivo dello sviluppo, annoverato fra i disturbi dello spettro autistico. Coloro che soffrono di questa sindrome presentano una persistente compromissione delle interazioni sociali, con comportamenti ripetitivi e stereotipati, con attenzione e interesse esclusivamente rivolti verso ristretti ambiti. Premesso lo stato di salute di Greta, risulta ancora più sconcertante e deplorevole il suo sfruttamento da parte di coloro che la manovrano per interessi che riguardano tutto tranne che la tutela ambientale. A cominciare dagli stessi genitori, i quali, come riporta il giornalista d’inchiesta svedese, Andreas Henriksson, hanno contribuito a creare il personaggio che oggi è loro figlia Greta, tramite la sceneggiata dello sciopero scolastico svolto ogni venerdì per protestare di fronte al Parlamento svedese (il Riksdag), affinché potessero attuare una strategia pubblicitaria finalizzata al lancio del nuovo libro della madre di Greta, la celebre cantante Malena Ernmann.
Una campagna pubblicitaria ideata dall’esperto di marketing Ingmar Rentzhog, il quale ha sfruttato l’immagine della ragazza anche per altri fini ancora più biechi. Ingmar Rentzhog ha utilizzato Greta Thunberg per lanciare la start-up “We Do not Have Time”, da lui stesso fondata. Infatti grazie al successo mediatico di Greta la start-up di Rentzhog è decollata, al punto da nominare la ragazza nel suo board, grazie alla cui immagine di successo ha lanciato una campagna di Crowdfunding dell’importo di 30 milioni di corone svedesi, corrispondenti a 2,8 milioni di euro. Il quotidiano svedese “Svenska Dagbladet” accusa Rentzhog di aver sfruttato Greta e la sua battaglia per il clima per fini di lucro. A proposito merita ricordare l’episodio denunciato dal professore francese Marc Reisinger, specializzato su problemi climatici, il quale si recò a Stoccolma per interloquire con Greta, dopo averla vista in un servizio televisivo in cui con un cartello su cui scritto “Skolstrejk för klimatet (Sciopero a scuola per il clima). Quando il professore ebbe modo di incontrare Greta, le disse che aveva sentito che lei suggeriva ai giovani di studiare il clima e le chiese se lei stessa lo avesse fatto, ma come risposta ricevette solamente un’assordante silenzio, subito “interrotto” dal celere intervento della guardia del corpo e dell’addetto stampa che nell’allontanare la ragazza da queste domande così “insidiose” rispondevano che Greta aveva altro da fare, al punto da suscitare nell’astante professore l’impressione di una ragazza ignara di ciò per cui protestava e completamente fredda e asettica, come fosse una bambola manipolata da altre persone.
Lo stesso famoso quotidiano tedesco Der Spiegel, in una sua inchiesta, ha definito Greta Thunberg “una marionetta in mano a lucrosi burattinai”, specificando che dietro di lei ordisce una lobby mondiale, fondata dal potente stratega finanziario Mark Carney (ex governatore della Banca d’Inghilterra e del Financial Stability Board) e Al Gore (ex vicepresidente degli Usa). Grazie alla sapiente strategia di questa lobby, Greta è divenuta una fenomeno mondiale, la suggestiva icona ambientalista, a cui sia tutto il mondo (sedicente libero) della stampa e dei media si sono prostrati e sia le principali istituzioni mondiali si sono interessate, invitandola nei loro consessi ufficiali, così ha fatto l’Onu e così ha fatto il Parlamento europeo, nonché il nostro Senato. Ogni qualvolta che la burattina Greta intervenisse, non proferiva altro che la stessa e costante litania riguardo all’inquinamento climatico, interpretando in modo pedissequo il copione assegnatele. Questa lobby, che manovra Greta, considera la rivoluzione “verde” una redditizia fonte di profitto speculativo. Come sostiene la tesi dell’illustre politologo statunitense William Engdhal, autore della documentata ricerca “Il capitale finanziario si maschera di verde”, pubblicata sul sito canadese Globalresearch, Greta è il risultato di un’accurata operazione mediatica ideata dall’alta finanza internazionale, la cui regia appartiene a una determinata lobby. Engdhal spiega in modo dettagliato e documentato che sul settore climatico i colossi finanziari e industriali stanno investendo il loro futuro.
La stessa Unione europea ha stanziato per il suo “nuovo piano verde” 1.000 miliardi di euro di investimenti per i prossimi 10 anni, di cui 100 saranno destinati alla riconversione economica dei settori in cui sono presenti le industrie più inquinanti e la destinazione di ¼ del bilancio dell’Unione europea per la realizzazione dei “progetti verdi”. La vittima sacrificale, portatrice della sindrome di Asperger, Greta, è oggetto di una strumentalizzazione ben artata da parte delle principali organizzazioni internazionali, come l’Onu, l’Eu, che la utilizzano per diffondere allarmismo sul fenomeno del riscaldamento climatico globale (la cui causa è oggetto di diversi contrasti scientifici), in modo tale da influenzare l’opinione pubblica inducendola ad accettare una drastica riconversione del sistema produttivo-economico, affinché si possa tracciare un terreno favorevole a vantaggio del lucroso business del Green New Deal. Questa riconversione economica comprometterà i settori dell’economia tradizionale, con le loro industrie e fabbriche, le quali a loro volta saranno costrette ad adeguarsi, riconvertendo i loro sistemi produttivi con miliardari investimenti che arricchiranno coloro che strategicamente concentrato il loro focus su questo fruttuoso business in anticipo. Enghdal, entrando nel merito della sua analisi, denuncia che la mente di questo diabolico progetto è il sopra citato Mark Carney (insieme alla collaborazione di Al Gore), il quale qualche anno fa svolse delle attività per informare gli investitori finanziari sui rischi connessi al clima e grazie a questi studi il finanziere Michael Bloomberg, insieme ad altri 30 istituti bancari ed insieme al principe Carlo d’Inghilterra hanno creato un programma di investimenti green, con la creazione dei titoli speculativi “Green Bond”, finalizzati a far confluire i risparmi dei cittadini, come i piani pensionistici o i fondi d’investimento in questi nuovi progetti “green”.
Dalla ricerca di Enghdal si evince che attraverso l’attivismo ecologista di Greta i poteri forti finanziari e quasi tutti i principali operatori finanziari mondiali tentano di “raggiungere obiettivi arbitrari come le emissioni zero di gas serra usando la paura di uno scenario da fine mondo”, attirando l’attenzione delle masse e cercando di conquistarne il consenso. Dopo quanto finora esposto, come si può continuare ad essere preda di questo terrorismo e allarmismo mediatico, capeggiato da un ragazza strumentalizzata e etero diretta da sapienti burattinai per fini a dir poco sconvolgenti!? Come fanno i capi di istituzioni rilevanti a dare credito a questa sempre più evidente messinscena!? Come ha fatto il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, a sostenere – durante un suo discorso ufficiale a Viterbo – che “Greta, la giovane svedese sta sottoponendo le istituzioni europee a una forte sollecitazione sui temi ambientali. Il suo discorso sia una spinta per le istituzioni”, il quale, come al solito, non tradisce mai la sua inclinazione a non occuparsi di ciò che costituzionalmente gli competerebbe (casi Palamara e Amara docet), con lo stesso modus operandi con cui non si preoccupò di impedire al Governo Conte di legiferare esautorando il Parlamento e di conseguenza la sovranità popolare, con degli atti illegittimi come i Dpcm, con i quali si violarono i principi costituzionalmente inviolabili, come la libertà di circolazione e la libertà economica!?
Come fa il presidente del Consiglio Mario Draghi ad affermare: “Giovani, avete ragione, la transizione ecologica è una necessità”, accreditando una richiesta che sorge da tutto tranne che dalla gioventù, ma da interessi torbidi e speculativi di lobby senza alcun scrupolo e interesse, neanche per il clima, ma finalizzati solo ed esclusivamente a realizzare i loro redditizi guadagni, anche al costo di sfruttare cinicamente la sindrome patologica di una incolpevole ragazza, strumentalizzata e allo stesso tempo inconsapevole di tutto ciò. Forse la risposta a tutte queste domande risiede in una sola ed unica parola, complicità, ossia la condivisione di questo cinico sistema e dei suoi aberranti progetti da parte di tutti costoro.
di Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno