Liberali o presunti tali

martedì 7 settembre 2021


Di fronte allo spauracchio dell’obbligo vaccinale, di fatto già imposto surrettiziamente dall’abominevole green pass, fa un certo effetto osservare molti sedicenti liberali esultare per una misura senza precedenti che nel mondo hanno seguito solo tre Paesi. Paesi che, con tutto il rispetto, non sembrano appartenere al novero di quelli con le più solide tradizioni democratiche.

Evidentemente il virus del terror panico, il quale continua a circolare indisturbato assai più del Sars-Cov-2, ha prodotto danni molto profondi nella coscienza e nella consapevolezza delle persone più avvertite e, proprio per questo, in possesso degli strumenti cognitivi per comprendere la differenza abissale che c’è tra una malattia mortale, la quale per definizione risulta letale nella maggior parte dei casi, e una malattia con una relativa bassa letalità, come per l’appunto risulta essere il Covid-19.

Leggo anche su queste pagine la riproposizione del delirio che sta accompagnando l’inquietante idea del vaccino di massa obbligatorio, con cui si sostiene che chi non accetta questa forma di profilassi di fatto causerebbe la morte di qualcun altro. Tuttavia se, come si sente ripetere dal coro degli scienziati ortodossi, lo stesso vaccino proteggerebbe dalle forme gravi della malattia, chi non se lo inocula correrà il rischio esclusivamente in prima persona. Rischio assolutamente calcolato anche per le fasce più anziane della popolazione che hanno la fortuna, o il merito acquisito, attraverso un corretto stile di vita, di godere di buona salute.

Per non parlare poi dei soggetti molto giovani, i quali in assenza di gravi patologie pregresse hanno assai più possibilità di essere colpiti da un meteorite, cosa accaduta due volte negli ultimi settant’anni, rispetto alla possibilità di prendersi il Covid-19 in forma severa.

Eppure gli stessi liberali che hanno aderito acriticamente alla religione del virus, e che ripetono a pappagallo i dogmi del partito unico del virus, non fanno una piega di fronte alla prospettiva di un obbligo vaccinale che coinvolga i ragazzini sotto i 12 anni. Un obbligo agghiacciante il quale, visto l’alto numero di casi avversi che si registra ovunque, farebbe correre a questi soggetti un rischio insensato, rispetto a quello per loro assai basso del coronavirus. Proprio non ci siamo, amici miei.


di Claudio Romiti