Il Covid mette ko anche il populismo

venerdì 3 settembre 2021


Parlarne male, malissimo è giusto. Difendersi è ormai persino ovvio, incitare all’uso (meglio all’obbligo ma a questo punto…) del vaccino sta raccogliendo un successo insperato in una popolazione che, fino a qualche tempo fa, trovava il vaccino respingente e, per la verità, non se ne è mai capito il motivo che non fosse quel “no” gridato sulle piazze, quel no vax che era diventato la sigla del populismo demagogico che aveva da tempo infestato il nostro vivere comune, sull’onda reazionaria dei social che hanno preso il posto della “fascistissima” piazza Venezia ai tempi di Lui (era la piazza con la quale dialogava e che gli dava sempre ragione).

In realtà, il credo populista-giustizialista col quale il Movimento Cinque Stelle aveva sfondato alle ultime elezioni, facendone il primo partito, era ben spalmato su tutta la voglia rivoluzionaria dei grillini ispirati a quel Casaleggio del quale prima si archivieranno alcune sue “trovate”, come il reddito di cittadinanza, per dirne una, meglio sarà per la nostra economia e non solo. E che dire di quell’ineffabile “uno vale uno” che stava nelle tavole delle leggi del Comico Genovese ma che per fortuna lì è rimasto, col suo carico di retorica e di inapplicabilità ma pur sempre collocato nella galleria dei simboli di quello che fu il M5S. Del resto, si conosce sempre meglio la loro natura identitaria di voltagabbana, dal no Tav al no Tap e via andando… ma mai fuori dal Governo.

A tal proposito, brillano i Cinque Stelle da incendiari a pompieri con l’ennesima svolta governista: dagli attacchi alle multinazionali al sì ai vaccini. Prima teorizzavano le scie chimiche e i virus inoculati per oscuri disegni. Adesso tuonano: “Chi aveva posizioni estreme è fuori dal Movimento!”. Ed è dell’altro giorno la manifestazione, un flop, contro il Green Pass e con grida di no vax.

L’impressione è che vi sia, alla base di queste come di altri no, un fondo di sostanziale anti-scientismo, una sorta di crosta, di chiusura. Si può tranquillamente dire che non tutto il male viene per nuocere.


di Paolo Pillitteri