Mattarella grazia Ambrogio Crespi e dribbla i pm giustizialisti

venerdì 3 settembre 2021


“Nel valutare le domande di grazia… il presidente della Repubblica ha tenuto conto del positivo comportamento tenuto dai condannati durante la detenzione e della circostanza che il percorso di rieducazione sino ad ora compiuto dai predetti potrebbe utilmente proseguire – qualora la competente Autorità giudiziaria ne ravvisasse i presupposti – con l’applicazione di misure alternative al carcere”.

Con parole che hanno quasi il sapore di chi mette le mani avanti già prefigurandosi la stizzita reazione del partito dei pubblici ministeri, il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha trovato comunque il modo di dare la grazia al regista Ambrogio Crespi. Un anno e sei mesi condonati che permetteranno all’autore del geniale “Spes contra spem”, portato anche alla Mostra del Cinema di Venezia, di chiedere l’affidamento in prova per i quattro anni residui della pena andata in giudicato per un reato che nessuno ha capito in che cosa consista essendo andata l’accusa a pescare nel “vincere facile” di un’imputazione per concorso esterno in associazione mafiosa attraverso un presunto scambio di voti con un candidato forse sponsorizzato dalla ‘ndrangheta nelle elezioni comunali in Lombardia di tanti anni orsono.

Una montatura giudiziaria nata da registrazioni ambientali in cui un boss definito mezzo pazzo da altri giudici straparlava nella propria autovettura dei suoi contatti con Crespi per farsi bello con qualcuno da cui sperava di ottenere dei soldi. Cose all’italiana.

Ma per mettere una pezza a una condanna definitiva e a una sentenza ingiusta – come illogica e cervellotica era apparsa da subito tutta l’inchiesta – Mattarella, probabilmente consigliato dai suoi esperti giuridici, ha trovato più prudente e intelligente optare per la strada di questa a suo modo geniale “grazia a metà”.

Che però otterrà l’effetto desiderato di tenere a casa Ambrogio dai suoi cari attraverso un affidamento in prova che se non daranno a lui allora non si sa a chi potrebbe essere dato in tutta Italia. E Mattarella ha preferito questa via piuttosto che mettersi contro la casta in toga, specie la fazione di quei pm che ragionano secondo la falsariga che tutti abbiamo letto nel libro scritto a quattro mani da Luca Palamara e Alessandro Sallusti.

Il pragmatismo d’altronde è sempre meglio dell’utopia: con il primo si portano talvolta a casa dei risultati, con la seconda di solito si contano solo i morti e i feriti.

Bravo dunque a Mattarella che ha trovato la maniera vincente di fare giustizia e di riparare a un torto incredibile subito in tutti questi anni da Ambrogio Crespi. E forza e coraggio anche per quest’ultimo e per tutta la sua famiglia. Persone buone che meritano di ritornare a vivere. Lo “Spes contra spem” di biblica e poi di pannelliana e radicale memoria funziona sempre.


di Dimitri Buffa