Shakespeare, cani, gatti e talebani

martedì 24 agosto 2021


Il “politicamente corretto” non va mai in vacanza, non dorme mai e neanche chiude per le festività natalizie. Insomma, è come la nota “mamma del cretino”.

Apprendiamo, ovviamente con buona pace dell’Autore e di tutta l’Età elisabettiana sino a ieri, che la rappresentazione avvenuta a Londra, in abiti contemporanei, della conosciutissima opera di William Shakespeare, Romeo e Giulietta, è stata sottolineata da pubblici avvisi che mai avremmo creduto possibili, persino nell’isola di Albione.

“Romeo e Giulietta può turbarvi” recitano infatti gli annunci teatrali, che proseguono con la spiegazione, preoccupata per la salute degli spettatori, che appunto potrebbero turbarsi a causa della presenza nella tragedia di “suicidio, uso di droga e violenza”. E dire che il Globe Theatre di Londra ne ha viste di ogni colore, perché i teatri d’un tempo, e il Globe è uno dei più antichi rimasti, non erano quelli che pensiamo oggi da un secolo a questa parte, in essi, dove tra l’altro la maggior parte del pubblico stava in piedi, infatti si mangiava, si beveva, si faceva sesso e a nessuno era mai venuto in mente di scrivere simili idiozie.

Da poco più di cinque secoli, cinquecento anni, il dramma veronese di Romeo e Giulietta – che poi è molto più antico di quello che i più credono e sanno, tanto che affonda nei fabliaux medievali e altro non sarebbe che la storia, gravida di simboli magici, di un’antica faida tra il Popolo dei Gatti e quello dei Cani – non è mai stato soggetto a nessuna censura, essendo portatore di valori universali quali l’amore e la morte. Il problema è che ormai siamo tutti precipitati nella morsa ferrea, ma quasi inavvertibile, invisibile eppur strangolante, del “pensiero unico” che vuole siamo tutti schiavi mentali ancor prima che fisici. Perché la servitù della mente, ottenuta con la paura e il terrore, con l’ipocrisia e il falso perbenismo, con il moralismo borghese delle masse assoggettate, è la miglior forma di dittatura possibile; in quanto lo schiavo è felice di essere tale, protetto e accudito.

Credevamo sino a non molto tempo fa, che la dittatura distopica di molti romanzi di fantascienza sarebbe avvenuta dopo una guerra mondiale, oppure in seguito a un’invasione aliena. E invece no, avviene lentamente, inesorabilmente giorno dopo giorno, quando vi vietano di fare le cose più ovvie, naturali e normali, quando insinuano il terrore delle malattie che sempre sono esistite, quando applicano leggi inique che però molti sono felici di rispettare, anche buon ultimo, grazie all’intervento di Jorge Maria Bergoglio.

Dopo aver scritto e detto che Romeo e Giulietta vi potrebbe turbare, cosa faranno ancora? Bruceranno presto i libri come immaginò Ray Bradbury in Fahrenheit 451? Vieteranno la visione dei dipinti dei nudi del Bronzino e di altri pittori? Ricordo ai più distratti che Facebook già applica da tempo questo suo algoritmo che definire puritano sarebbe fargli un complimento immeritato, in quanto non è altro che la manifestazione dichiarata della più violenta ignoranza. E poi ci indigniamo per quattro straccioni armati per decenni dagli stessi che adesso sono stati cacciati, per un branco di trafficanti d’oppio che con l’Islam non hanno nulla a che fare, e che sarebbero appunto i Talebani, quando distruggono le opere d’arte secondo la loro, sottolineo la loro e aggiungo deviata interpretazione del Corano?

Vorrei sapere quale differenza esista, se esiste, tra la visione iconoclasta, ignorante e folle di un talebano appena uscito dall’indottrinamento di una madrassa e la visione “politically correct” imposta da noi occidentali nel nostro mondo “libero” occidentale. Qualcuno tra voi potrebbe spiegarmelo? Ve ne sarei grato, essendo io rimasto ancora alla Cultura di Platone, a quella di Dante e a quella del Poliziano. Spiegatemelo, vi prego.


di Dalmazio Frau