Idiozie non comparabili

mercoledì 4 agosto 2021


Ad ascoltare l’enfasi con cui il mainstream mediatico sottolinea alcune notizie, bisogna convenire con la visione induista, secondo la quale staremmo affrontando la fase del cosiddetto Kali Yuga, ovvero una era oscura, caratterizzata da conflitti e da una diffusa ignoranza spirituale e non solo, mi permetto di aggiungere. Ovviamente la mia breve riflessione scaturisce da un servizio radiofonico stupefacente del Gr3 sul Buthan, trasmesso nella mattinata del 3 agosto, legato al tema della lotta alla pandemia di Sars-Cov-2. Me lo ha segnalato l’amico Silvano Silvi, il quale lo ha anche pubblicato sul suo meritorio blog uomodellastrada.altervista.org, in cui raccoglie fin dall’inizio di questa sempre più confusa vicenda sanitaria i numeri più rilevanti della stessa pandemia. A margine di un surreale encomio di un Paese con meno abitanti della nostra piccola Umbria, così commenta l’autore del citato blog: “Mi sbaglierò, ma sentire dire, continuamente e con dovizia di particolari, che non possiamo comparare l’Italia con la Svezia e poi sentire al Gr3 di stamattina un servizio encomiastico sul Bhutan, un po’ mi sconcerta. E anche andando ad approfondire – come cerco di fare sempre – presso le fonti o su altri giornali, la sensazione rimane”.

Il Buthan? Un Paese di 760mila abitanti (meno della mia regione), con un’età mediana della popolazione di 28,1 anni (in Italia è di 47,3), con un tasso di inurbamento del 42,3 per cento (in Italia è del 71 per cento), può essere comparabile con noi? Può costituire un esempio per i suoi soli due morti totali (3 per milione) e i suoi 2.500 “casi” totali (3.200 per milione) e per come si sono tutti lodevolmente vaccinati? Boh, così dicono dall’Unicef (la nota da cui il tam tam di questi giorni è partito, ripresa in modo più o meno approfondito sui media italiani e stranieri), ma se ne parlava già alcuni mesi fa sul sito statunitense The Atlantic (come ripreso anche in Italia sull’Huffington Post).

Ora, mi sembra evidente che siamo di fronte all’ennesimo esempio di impazzimento collettivo determinato da un virus a bassa letalità, il quale – tra gli evidenti effetti collaterali – determina una sorta di sindrome da correlazioni spurie tra gli operatori dell’informazione, portandoli a meravigliarsi della bassissima mortalità da Covid-19 per un minuscolo Paese con una età mediana di circa 28 anni, quando pure i sassi oramai sanno che il virus colpisce gravemente le persone molto anziane e molti fragili. Ma tant’è: pur di avvalorare una compressione senza precedenti delle nostre libertà democratiche, gran parte della nostra informazione, ammassata come un sol uomo nella trincea del giornale unico del virus, anche la rispettabile e un po’ arcaica monarchia costituzionale del Bhutan diventa un modello da seguire per gli italiani con la mascherina.


di Claudio Romiti