Il Movimento bazzotto

giovedì 15 luglio 2021


I Cinque Stelle ignorano cosa sono diventati e dove andranno. Non sanno neppure più perché esistono. Insomma, davanti ai tre classici interrogativi della filosofia (chi sono, perché sono, dove vado) restano senza risposte, mentre soltanto due o tre anni fa spargevano verità apodittiche. Adesso dibattono tutto e cavillano sullo statuto condominiale come nelle preture di un tempo. Sono smarriti alla ricerca del tempo perduto e del nuovo ubi consistam o, per dirla con il povero Franco Battiato, di un centro di gravità permanente. Privi di punti d’appoggio ideologici, immersi fino al collo nelle acque limacciose di un guado politico ed umano, nave senza nocchiero in gran tempesta, vasi di coccio tra vasi di ferro, gattini ciechi, e chi più ne ha più ne metta. Ma l’immagine appropriata alla situazione dei grillini o ex grillini o post grillini a me pare quella dell’uovo bazzotto, a metà cottura, né sodo e né naturale.

Una truppa di fuorusciti dalla società civile conquistò il potere in grazia delle bolse facezie parapolitiche di un comico a fine carriera; una truppa che parlava di principi e valori mentre faceva dell’incoerenza la bandiera delle stagioni politiche e delle alleanze governative; una truppa che ha brillato per cinismo mentre conquistava la ribalta del circo mediatico con numeri d’inedito capriolismo, ebbene questa truppa nel mezzo della muta pretende altro credito sulla fiducia. Possiamo credere a siffatta truppa?

Nel 1790, scrivendo a caldo le celeberrime sue Riflessioni sulla Rivoluzione francese, Edmund Burke espresse un magnifico pensiero che mi è tornato in mente a riguardo e che desidero sottoporre al lettore come sentenza definitiva sul grillismo, passato, presente, futuro, puro o ibrido.

“Quando si vedono uomini – scrisse Burke – che si spogliano delle loro caratteristiche per assumerne altre che loro non appartengono, si può esser certi che costoro in massima parte sono incapaci di rappresentare e neppure di esercitare decisamente così la parte che hanno abbandonata come quella che hanno assunta. Costoro, trovandosi affatto nuovi ed inesperti di quel mondo di cose nelle quali hanno fretta di mescolarsi e privi di esperienza nelle vicende che ad esso conseguono e negli affari sui quali essi sentenziano con tanta disinvoltura, dalla vita politica non sanno trarre altro se non incentivo alle passioni inferiori che questa viene eccitando”.

Dietro le formidabili parole di Burke occhieggiano le facce dei grillini che ognuno conosce.


di Pietro Di Muccio de Quattro