Forza coraggiosi!

giovedì 15 luglio 2021


Qualcosa si muove al centro. Ieri, a Roma, è stata ufficializzata la nascita del partito Coraggio Italia.

Il battesimo non è avvenuto nei palazzi della politica, ma in un luogo bucolico e assai suggestivo, su un colle che sovrasta il Tevere e dal quale si scorge il Cupolone. È probabile che la location sia stata scelta a ragion veduta: per rendere plastica l’idea che Luigi Brugnaro, fondatore del partito, ha esposto nell’intervento conclusivo. Questo partito, ha detto, non nasce contro qualcosa o qualcuno, non è erede di altri partiti e non è neppure figlio di conventicole, di crocicchi e mele avvelenate. Piuttosto, è uno slancio verso il futuro, per raccogliere la sfida che con Mario Draghi a Palazzo Chigi ha iniziato a prendere forma. La sfida è quella di scongiurare la decrescita infelice e favorire la crescita felice, rivitalizzare i migliori e più autentici valori liberali, insieme a quelli autenticamente solidaristici, e di raccogliere, insieme ai valori, persone competenti, lungimiranti, moderate, che quei valori sappiano farli lievitare.

Quello che proporrà il nuovo partito, ha proseguito Brugnaro, saranno cose concrete, con le radici ben piantate per terra: creare spazi ulteriori e nuovi alla nostra imprenditoria, mettendo a sistema le capacità innovative, artigianali, manageriali, industriali, così da portare la genialità italiana in giro per il mondo con un lavoro attivo dello Stato e dei suoi massimi rappresentanti; dare al Paese le infrastrutture indispensabili per competere a livello globale e migliorare la qualità di vita dei cittadini, dalle autostrade ai termovalorizzatori; tagliare il sottobosco della spesa pubblica, ripensare gli ammortizzatori sociali per farli diventare veri strumenti di realizzazione dei più bisognosi e dei più meritevoli.

Molte altre cose sono state dette anche negli interventi di Giovanni Toti, Gaetano Quagliariello, Paolo Romani, Marco Marin e delle parlamentari fondatrici del gruppo alla Camera. Ma vi è un aspetto, per così dire, scenografico che merita di essere posto in risalto. Il rosa fucsia, scelto come colore del neonato partito, faceva da contorno a centinaia di uomini e donne, giovani e meno giovani, che da tutte le regioni italiane hanno voluto festeggiare la nascita e la rinascita.

Certo, i sentimenti di questo “doppio uovo”, che pure erano palpabili negli occhi e nel battito scrosciante delle loro mani, non bastano. La creatura è ancora ai primi vagiti, ha la pelle aggrinzita e gli occhi semichiusi. Eppure l’energia del fucsia potrebbe davvero scuotere lo stanco palcoscenico della politica nostrana. Una scossa liberale, come promesso? Se sarà così, anche in Italia potrà prendere avvio un percorso politico di normalizzazione che, se non porterà necessariamente “a riveder le stelle”, avrà la capacità almeno di dischiudere una visuale alternativa a chi cerca un polo centrale, a destra, ma non solo. Buon lavoro!

Ps: come si sarà senz’altro capito, ero un “imbucato” alla festa.


di Alessandro Giovannini