L’antipolitica è una pianta sempreverde grazie ai social (e non solo)

giovedì 8 luglio 2021


Sapere poco e commentare tutto: questa è, secondo un lucidamente impietoso (e veritiero) “Dagospia” la prima regola dei social. Ed è anche il senso della replica di Matteo Renzi, tirato in ballo più o meno a ragion veduta da quanti, dai social network, traggono spunti e forza per critiche molto spesso gratuite e quasi sempre sprovvedute. È la politica-spettacolo come da più parti viene definita.

Ed è in un simile contesto così ampio e diffuso che bisognerebbe inquadrare la polemica antipolitica scaturita dalle battute dei Ferragnez (chiamiamoli così, tanto ci capiamo) contro Matteo Renzi e a proposito del Ddl Zan, in bilico al Senato dove i voti dell’ex premier sono decisivi. Ad essere precisi, la “coppia più amata dei social” (24 milioni di follower) nei ruoli poliedricamente critici fra like e influencer aveva avuto modo di attaccare, sempre per il motivo di cui sopra, Matteo Salvini.

La lingua batte dove il dente duole ma la nuova puntata della polemica anti-renziana ha tradito nella battuta di Chiara Ferragni: “Che schifo che fate voi politici!”. Un punto di vista che va ben oltre la consueta antipolitica corrente. E di cui il grillismo è stato un tempo generatore, diffusore e ora vittima. Siamo, cioè, su un terreno che non privilegia le battute ancorché sapide ma si allarga nutrendosi dei succhi della negazione tout court della funzione della politica, la stessa che tanti anni fa veniva demolita brandendo la clava, peraltro sempre attuale, contro i “politici mangiapane a tradimento”.

Renzi, come si sa, non è stato zitto e ha replicato dando del qualunquista e dell’ignorante (ma poteva anche soffermarsi sul termine reazionario) al duo Ferragnez specialista in social dove si procede per “litigation e tifoserie” ma in un quadro, come si è detto, nel quale il sapere è poco ma si commenta tutto, magari prendendo a prestito le battute d’antan aggiornando quel mangiapane a tradimento con un “taci tu politico, che sei pagato coi soldi nostri!.

La polemica continua ma il punto interessante è che, nel silenzio generale della sinistra, soprattutto del Partito Democratico, la sua voce ufficiale sia quella che ha dato origine allo scontro, giacché Chiara Ferragni e Fedez, promossi supremi paladini dei diritti civili, appartengono appunto a quel partito e sono in questo caso (ma ne seguiranno altri, prima o poi) i portavoce se non addirittura la coppia ideologica che dà la linea al Pd e all’intera gauche comprendente un Movimento Cinque Stelle in pieno sfascio.

Ciò che appare è che i Ferragnez stanno diventando la nuova icona di una sinistra in virtù della loro forza nei social sostituendosi ad antiche dottrine, a vocazioni, a missioni e, soprattutto, a ruoli e funzioni storiche, come l’occuparsi dei giovani precari e dei rider sfruttati, anche perché sono due categorie che non funzionano nella politica spettacolo. Tanto meno nei social.


di Paolo Pillitteri