Magistratura e carriere separate: il mantra quotidiano

lunedì 28 giugno 2021


Ogni giorno, come se fosse un mantra, continuiamo a ripetere che le carriere dei magistrati devono essere separate. È giusto, è indispensabile recidere il cordone ombelicale che esprime la consustanziazione che fonda uno dei limiti del nostro sistema giudiziario.

È giusto, ma non è tutto. Separare le carriere, in assenza di una riforma organica (equilibrata e destinata a durare oltre i limiti della legislatura in cui è prodotta), non è sufficiente e non risolverà affatto i problemi. Occorrerebbe alzare lo sguardo e dirigerlo verso un orizzonte più profondo, che consenta di apportare (anche) le altre modifiche oggi indispensabili.

Ma poiché escludo una auto-riforma dall’interno e dubito che il Parlamento – in assenza di segnali precisi, forti e chiari – approverà la revisione del sistema, dico che bisogna firmare il referendum. Dico che è necessario dare quel segnale.

Sarà difficile anche in caso di vittoria: è da dimostrare che il referendum sarà in grado di convincere il Parlamento che è giunto il momento di fare le riforme. E, tuttavia, senza il voto è certo che non accadrà nulla. Non quello che vogliamo, almeno


di Mauro Anetrini