giovedì 3 giugno 2021
Giovedì gnocchi. Sabato trippa. E di martedì? Il menu de “La7” di Urbano Cairo prevede inesorabilmente una propaganda filo-grillina che passa attraverso le prediche para-manettare – quasi sempre inguardabili – di Piercamillo Davigo, uscito per ora apparentemente indenne dalle polemiche del caso dell’avvocato Piero Amara.
Prediche talvolta corroborate dalle intemerate, altrettanto giustizialiste, di Marco Travaglio, specie quando ci sta da pubblicizzare un suo libro in uscita. Nella fattispecie l’altra sera era quello per promuovere il mantra del “Conticidio” condito con la solita figura retorica del “si stava meglio quando si stava peggio”. Ossia Giuseppe Conte gode di tanta popolarità, perché quel che oggi fa Mario Draghi è la fotocopia di quello che già faceva lui: si parli di piano pandemico, di vaccinazioni o di Recovery Plan. Persino Alfonso Bonafede sarebbe da rimpiangere e la prova è che Marta Cartabia avrebbe copiato da lui le future riforme del pianeta giustizia. Naturalmente a quel punto il pubblico vittima di siffatta controinformazione può digerire di tutto, anche che gli asini volino.
Finito il campionato e la Champions League, purtroppo, giugno è il mese di chi la spara grossa nei talk-show. Nel senso che si è costretti quanto meno a dare un’occhiata. A meno di non prendere la storica decisione di vendersi la tv di casa e di fare a meno di questo scempio di informazione e di comunicazione. Certo, “La7” non è una tv pubblica e Cairo, quindi, può farci ciò che vuole e assumere i top player per la sua propaganda. Persino coloro che sconfessano le inchieste di Report su Domenico Arcuri, recuperando quest’ultimo come campione di organizzazione sanitaria e paragonandolo, in meglio, al generale Francesco Paolo Figliuolo. Che è antipatico per postulato, solo perché si veste con la mimetica.
D’altronde per un industriale che non si è fatto scrupoli, in pieno lockdown, di fare video su You Tube in cui incoraggiava i suoi venditori a darci dentro perché “l’occasione era irripetibile”, dato che la gente stava tutta a casa, per commerciare pubblicità a destra e a manca, non c’è da aspettarsi di meglio. Però gli spettatori questo tipo di informazione televisiva farebbero bene a evitarla: ci guadagnerebbero in salute mentale, schivando anche la possibilità di dare un’altra volta il voto agli incompetenti manovrati con metodi da Grande Fratello da questi personaggi che, speriamo, passino presto di moda.
di Rocco Schiavone